Settimana: 5
Missione: M2
Prompt: 05 Three Headed Dragon
Titolo: Ostilità e Gentilezza
Fandom: Originale
Rating: sfw
Warning: /
Note: a fine racconto il meme che lo ha ispirato
Se c’era un periodo che metteva alla prova la pazienza del proprietario e dei ragazzi del Giglio Rosso, quello era il Festival del Pesce Luna.
Non biasimavano il povero pesce, anzi gli erano inconsciamente grati che, nel suo cerchio di migrazioni, passasse nella baia di Rea Marina solo una volta l’anno, per non più di una settimana. Sfortunatamente, era un pesce che i Seguaci della Luna consideravano sacro.
I fanatici religiosi scendevano nella città portuale ogni anno, puntuali, solo per cercare di catturare quei poveri animali e portarli alla loro fontana sacra - o qualsiasi cosa fosse quella vasca enorme intorno alla quale era stato costruito il Tempio Calante. Alloggiavano nelle locande di Rea Marina e infestavano il porto. Saturavano le strade dei loro sermoni e delle loro paternali sulla magnificenza della Via della Luna e sul degrado di qualsiasi altro stile di vita. Sfortunatamente, erano più attivi di notte, quando anche il Giglio Rosso era in pieno fermento.
A detta dei Seguaci, la violenza era un male, il denaro era un male, la bellezza esteriore era un male, l’agiatezza era un male, la non castità era un male. C’erano un sacco di mali in giro.
E se c’era anche una sola cosa su cui Kiro e Yalo erano d’accordo, quella era il fastidio viscerale di essere trattati come ratti fetidi da degli zeloti repressi e ottusi, scheletrici e pallidi come morti.
Nei momenti di pausa tra un cliente e l’altro, non era raro che Kiro uscisse per farsi una passeggiata nei dintorni, o che Yalo bevesse un po’ di tè all'aria aperta, sul balcone, per godere del panorama della città. Nelle ultime notti, però, invece di sollievo trovavano Fratello Risse a infastidirli, proprio all’angolo della strada su cui si trovava il Giglio Rosso.
Fratello Risse li additava come traviati da compatire, figli perduti del peccato, e Kiro gli ringhiava contro, cambiando strada, mentre Yalo gettava dal terrazzo tè ancora caldo, che per sbadataggine sfuggiva dalla sua tazza - e quanto era sbadato, quelle sere. Fratello Risse rispondeva con sermoni più sentiti, a voce più alta, parole più dure. Kiro faceva marcia indietro e cominciava a insultarlo senza riserve. Yalo lanciava anche le tazze insieme al tè.
Nessuno degli altri ragazzi, più maturi, aveva reazioni così accese, ma nessuno negava che i Seguaci della Luna fossero una spina nel sedere.
E poi c’era Hinni, l’angelico, dolce e pacifico Hinni, che ad ogni “traviato!” Rispondeva con un “buonasera” e “buon lavoro”.
La quarta notte uscì dal Giglio Rosso portando con sé una brocca d’acqua, chiedendo persino se il Seguace fosse assetato, visto il suo tanto parlare.
Kiro era corso da loro fuori di sé dallo sconvolgimento, mentre Yalo per poco non cadeva dal bancone, per quanto si era sporto - e se non cadeva lui, lo avrebbero fatto i suoi occhi, tanto li aveva spalancati. Anche Fratelo Risse si era ammutolito.
“Hinni!” Lo aveva chiamato Kiro, agguantandolo da un gomito, “cosa fai, mio tesoro?”
Hinni era sembrato genuinamente perplesso dalla domanda. “Offro dell’acqua a Fratello Risse, è qui da molto.”
Fratello Risse che intanto si era scosso e li guardava ora in cagnesco. Kiro contraccambiò con tutto il suo astio.
“Vieni via, Hinni. Torniamo dentro.” Istintivamente, sospinse Hinni dietro di sé, proteggendolo dallo zelota.
Fratello Risse riprese le ingiurie, mentre Kiro si trattenne dal saltargli addosso verbalmente solo perché non avrebbe mai dato priorità a quell’individuo piuttosto che a Hinni.
“Hinni, porta l’acqua quassù! Vieni a bere un po’ di tè!” Arrivò dall’alto, dove Yalo ancora giocava all’equilibrista sul balcone.
Di fronte alla richiesta di entrambi, Hinni non si fece pregare e si lasciò trascinare da Kiro fino alla terrazza, dove Yalo li accolse con modi ben differenti.
Hinni fu fatto sedere tra i cuscini, una tazza piazzata subito in mano e una carezza tra i capelli biondi. Kiro venne fulminato sul posto da un “l’invito non era anche per te” per cui si rifiutò di sentirsi in errore.
I due ragazzi si guardarono, un tiro alla fune immaginario che durava da mesi. Eppure la tensione dovette piegarsi al fatto che, in quel caso, avevano sia un obiettivo che un nemico comune. Potevano seppellire l’ascia di guerra per una notte.
Annuirono e si voltarono verso Hinni.
Fu Kiro il primo a prendere parola. “Mio tesoro, perché continui a essere gentile verso i Seguaci della Luna?”
Facendo una pausa dal sorseggiare il suo tè, Hinni lo guardo rispecchiando la sua stessa confusione. “Perché non dovrei essere gentile?”
“Perché sono cani bastardi con la rabbia da sopprimere.”
Yalo gli tirò un calcio sul polpaccio, facendolo sobbalzare, e anche Hinni lo guardò con disappunto.
“Sono persone,” disse quest’ultimo.
“Sono cattive persone,” puntualizzò Yalo. Sollevò le mani. “Sì, magari non tutti sono così, e c’è qualcuno di buono, ma la maggior parte è crudele e ci tratta come se fossimo inferiori a loro. Quello qua sotto in particolare. Non ti dà fastidio?”
Hinni prese un altro sorso di tè, gli occhi che sondavano la bevanda scura. “Non ascolto le loro parole. E in passato conoscevo un Seguace, Fratello Miran, che ha creduto in me quando nessuno lo faceva e mi ha dato un’opportunità. Gli devo, se non la vita, almeno il rispetto verso i suoi Fratelli.”
Kiro non si trattenne oltre. “Farsi insultare non è portare rispetto,” disse e si avvicinò per potersi sedere di fianco a Hinni. Prese una mano tra le sue, il sollievo di non vedersi rifiutare fu corroborante. “Se Fratello Miran fosse qui, probabilmente si vergognerebbe di suo Fratello.”
Yalo annuì.
Hinni strinse la mano di Kiro, concedendogli un sorriso dolce che valeva più di mille “ti capisco”. Però, poi, disse: “Io non giudico la loro fede. Non mi piacciono le parole che dicono, ma mi basta non ascoltarle. Per il resto, Fratello Risse mi ricorda Fratello Miran e la sua gentilezza nei miei confronti, così mi viene naturale essere gentile a mia volta.”
In quel momento, dalla strada, la voce di Fratello Risse si sollevò in commenti davvero poco gentili.
Guardarono tutti e tre di sotto, Yalo con espressione fredda e ostile, Kiro con una smorfia disgustata e Hinni sorridente e persino agitando la mano in un saluto.
“Non so come tu faccia a non ascoltare le sue parole, ma io non ci riesco,” disse Yalo, alzandosi in piedi. “Andiamo a finire il tè nel soggiorno ovest?”
Il soggiorno ovest era dall’altra parte dell’edificio. Nessuno degli altri due trovò nulla da obbiettare.