Settimana: 4
Missione: M1
Prompt: copione, sceneggiatura teatrale o simili
Titolo: Sogno
Fandom: Originale
Rating: nsfw
Warning: Major Characters Death(s), scene violente, emotional manipulation
Note: copione di una mini- serie tv originale, genere urban fantasy
TITOLO: Sogno
EPISODIO 1: La città senza luce
SCENA 1 - ESTERNO - STRADE DELLA CITTÀ IN SUPERFICIE - NOTTE
(La strada è deserta. Le luci dei lampioni sono accese e illuminano il protagonista, MATTIA, 14 anni, che cammina a passo affrettato verso un tombino su un lato della strada. In lontananza si sentono i rumori del traffico. Mattia arriva al tombino, si guarda intorno e poi picchietta tre volte sul metallo. Aspetta un momento e poi picchietta altre cinque volte in rapida successione. Il tombino scivola di lato e scompare. L’interno del tombino è buio. Mattia si guarda di nuovo intorno, poi si toglie il cappotto, il cappello e le scarpe e li lancia su un lato del marciapiede. prende il suo zaino e lo lascia cadere nel tombino. Infine, si cala anche lui, sparendo alla vista.)
(Fine scena)
SCENA 2 - ESTERNO - STAZIONE DI PIANPIANE - NOTTE
(La stazione è in fermento, c’è un via vai agitato del personale. Al binario uno arriva un treno. Sulla banchina il CAPOSTAZIONE e NON-TI-SCORDAR-DI-ME attendono scambiandosi occhiate preoccupate. Il Capostazione indossa la sua uniforme allacciata male, con il cappello storto sulla testa, e si asciuga il sudore dalla fronte con un fazzolettino. Non-ti-scordar-di-me si stringe le dita tra loro.)
CAPOSTAZIONE
“Perché è qui? Non sarebbe dovuto tornare prima di un altro mese.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
"Gli affari del signore non vi riguardano."
CAPOSTAZIONE
“Non ditemi che vuole concorrere per la carica di-”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Non vi riguardano, ho detto. Vi consiglio di tenere a freno la curiosità e la lingua.”
(Il treno si ferma e le porte si aprono. Scende un solo passeggero: OMBRA, un uomo vestito di nero.)
OMBRA
“Non-ti-scordar-di-me, buongiorno.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
(piegando la testa) “Bentornato, signore.”
OMBRA
“Abbiamo del lavoro da fare. Andiamo in città.”
CAPOSTAZIONE
“Da questa parte, signore. Il treno per Sogno è pronto a partire e vi aspetta al binario due.”
(I tre uomini si avviano verso il binario due, con Ombra in testa alla fila. Al suo passaggio, le persone si fanno da parte a testa bassa.)
(Fine scena)
SCENA 3 - INTERNO - CABINA DEL TRENO
(Ombra e Non-ti-scordar-di-me sono seduti uno di fronte all’altro. Il tavolo tra di loro occupa un piccolo rinfresco, con tè e dolcetti. Fuori dal finestrino scorre veloce una campagna illuminata solo dalle stelle.)
OMBRA
“Quando è successo di preciso?”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Sedici ore fa, signore. Di primo mattino, nel sonno. L’hanno trovata morta le sue cameriere personali.”
OMBRA
“Il funerale?”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Due ore fa. Corona Dorata ha insistito perché si facesse a Valle del Crepuscolo. Hanno partecipato tutti gli Alfieri, eccetto voi, e almeno altre trecento anime.”
OMBRA
“Come sta Fey?”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Non ha ancora lasciato Valle del Crepuscolo.”
OMBRA
(sospira) “È un problema di cui dovrò occuparmi più tardi. Adesso ci sono altre faccende che hanno la priorità.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Intendete porgere i vostri omaggi alla Regina di Spade?”
OMBRA
“Anche sputare sulla sua tomba, purtroppo, è un impegno che dovrà attendere. Quella donna aveva un solo pregio, ed era quello di saperci tenere tutti in riga. Ora che il suo castello di carte è crollato…”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Ci sarà la guerra.”
OMBRA
“No, se giochiamo bene la nostra mano. Dobbiamo solo assicurarci che sia più bella di quelle dei nostri avversari. E a proposito di avversari, dimmi degli Alfieri. Hanno già cominciato a scannarsi tra loro?”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Nessuna voce di rappresaglia è arrivata alle mie orecchie, ma la situazione al funerale era tesa. Pelle-e-Ossa e Velluto hanno cercato di avvicinare Corona Dorata senza farne un mistero e senza riguardo per il suo lutto. Il Guercio e la Signora delle Falene sono stati più discreti, ma hanno confabulato tra di loro tutto il resto del tempo. Mezzanotte ha lasciato la cerimonia subito dopo aver parlato con Pelle-e-Ossa.”
OMBRA
“E il Profeta?”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Non si è presentato.”
OMBRA
“Se è saggio come dicono, continuerà a rimanerne fuori.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Non sembrate crederlo davvero, signore.”
OMBRA
“Non riesco ad immaginare di avere un tale potere e accontentarmi di un guinzaglio più lungo degli altri.”
(Ombra si osserva la mano, mentre evoca il suo potere e fa apparire dei rivoli di oscurità sul palmo e tra le dita.)
OMBRA
“Non riesco proprio.”
(Fine scena)
SCENA 4 - INTERNO - CAMERA MORTUARIA
(La stanza è enorme e spoglia, illuminata da una luce fredda. La bara è al centro. Non c’è nessuno, ad eccezione di CORONA DORATA, un ragazzo dai riccioli biondi e l’aria devastata. Se ne sta appoggiato alla bara, asciugandosi le lacrime. Alle sue spalle, entra il PROFETA e si avvicina.)
PROFETA
“Le mie condoglianze, giovane principe.”
(Corona Dorata non risponde e il Profeta non se ne va. Restano in silenzio per qualche momento.)
CORONA DORATA
“Che cosa vuoi, Profeta?”
PROFETA
“Ho bisogno che siate lucido. Vorrei parlarvi di questioni che lo richiedono.”
CORONA DORATA
“Mia madre giace in questa bara da neanche un giorno. Non sono lucido e non lo sarò per un bel po’. Parla, se proprio non puoi aspettare, o ancora meglio vattene.”
PROFETA
“Ho visto la guerra. Per il trono di vostra madre, gli Alfieri metteranno in ginocchio questa città e faranno a pezzi voi.”
CORONA DORATA
“Hai davvero poca stima nei miei confronti. Pensi davvero che non sappia degli Alfieri? Pensi davvero che sia così facile battermi?”
PROFETA
“Penso che l’arma che credete di brandire sia in realtà un coltello puntato alle vostre spalle.”
CORONA DORATA
“Non sai niente.”
PROFETA
“Non è così. Ho visto la guerra, ho visto una corona spezzata, ho visto le strade di Sogno lordarsi di ombre. Non dovreste fidarvi degli Alfieri, di nessun Alfiere, specialmente in questo momento.”
CORONA DORATA
“Dovrei fidarmi solo del Profeta?”
PROFETA
“Non ho detto questo.”
CORONA DORATA
“Stai tranquillo, c’era solo una persona di cui mi fidavo ciecamente e ora non c’è più. Ora sono solo.”
PROFETA
“Mi dispiace. Se vi consola, comprendo la solitudine meglio di chiunque altro a Sogno.”
CORONA DORATA
“Non mi consola affatto."
PROFETA
“Nondimeno, mi dispiace.”
(Il Profeta se ne va come è arrivato, lasciando Corona Dorata al suo lutto.)
(Fine scena)
SCENA 5 - INTERNO - FUORI DALLA CAMERA MORTUARIA
(PELLE-E-OSSA, la SIGNORA DELLE FALENE e MEZZANOTTE guardano la scena che si sta svolgendo dentro la stanza attraverso lo spiraglio della porta. Mezzanotte è in ombra, di lui si vede solo una sagoma poco illuminata. Pelle-e-Ossa è invece attaccato alla porta e studia bene la scena. Ha le ossa di uno scheletro completo dipinte sulla pelle e sui vestiti. La Signora delle Falene se ne sta seduta su una sedia con le sue ingombranti pellicce, sventolandosi il viso con un ventaglio fatto di ali di falena, l’orecchio teso.)
MEZZANOTTE
“Pensare che persino il Profeta si è scomodato per parlare con il principe.”
PELLE-E-OSSA
“Non ha spina dorsale. Piange come un moccioso ancora attaccato alle sottane della madre. E quello lì dovrebbe governarci?”
SIGNORA DELLE FALENE
“Corona Dorata non è la Regina di Spade, lo sapevamo da molto prima di questo giorno infausto. Meglio così, dico io, sarà sicuramente più facile da influenzare di sua madre.”
PELLE-E-OSSA
“No, non è meglio così, accidenti a te! Non hai pensato che, come noi, anche qualcun altro proverà ad attaccare dei fili a quella marionetta? E un burattino con troppi fili che lo tirano in direzioni diverse non si muove, è inutile!”
MEZZANOTTE
“Possiamo direttamente tagliare i fili allora. Non ci serve davvero il principe per mantenere il controllo su Sogno.”
SIGNORA DELLE FALENE
“Cosa proponi, Mezzanotte?”
MEZZANOTTE
“Se il principe sale al trono, per come è ora, fra un mese avremo una guerra civile fra Alfieri. Se si tira indietro, più o meno volontariamente, a sostituirlo dovrà essere qualcuno in grado di mantenere il controllo.”
PELLE-E-OSSA
“E pensi di essere tu?”
MEZZANOTTE
“No. Conosco i miei limiti. Non potrei tenere testa al Profeta, o a Ombra. Ma né Ombra, né il Profeta, né tanto meno il principe possono governare un’intera città che non gli dà ascolto. Noi siamo gli Alfieri, siamo noi a gestire davvero Sogno. E se facciamo fronte comune, se riusciamo a… sorvegliarci l’un l’altro, non avremo più bisogno di un re.”
(Fine scena)
(FINE EPISODIO 1)
TITOLO: Sogno
EPISODIO 2: Sussurri
SCENA 1 - ESTERNO - STAZIONE DI SUSSURRI - NOTTE
(Alla stazione di Sussurri c’è la stessa agitazione di Pianpiane. La gente si affretta verso l’uscita. Il treno si ferma e Ombra e Non-ti-scordar-di-me scendono a terra, per poi dirigersi anch’essi verso l’uscita. Di nuovo, le persone si fanno da parte per farli passare.)
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Non andiamo a casa, signore?”
OMBRA
“Dopo. Prima ci sono dei favori che dobbiamo riscattare. Hai con te il registro degli Accordi?”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Certo, signore.”
OMBRA
“Bene, allora cominciamo da questo quartiere e andiamo via via verso le periferie. Salta i patrocinati minori, voglio parlare con chi è davvero importante.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Sì, signore.”
(Non-ti-scordar-di-me tira fuori da una tasca della giacca azzurra un libricino, che comincia a sfogliare. Nel frattempo i due escono per le strade del quartiere Sussurri, un labirinto di vicoli e terrazze comunicanti tra gli edifici, su più piani.)
OMBRA
“Chi è il primo della lista?”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Dovrebbe essere Voltagabbana.”
(Fine scena)
SCENA 2 - ESTERNO - VICOLI - NOTTE
(All’incrocio tra due vicoli, sotto uno stretto arco, c’è una bancarella illuminata dalla luce di un lampione. La bancarella, poco più di un tavolo ricolmo di merce, vende soprabiti di varie fogge e misure. Il suo proprietario, VOLTAGABBANA, se ne sta seduto su uno sgabello a lisciare con le mani una stoffa. Ombra e Non-ti-scordar-di-me appaiono da un vicolo e raggiungono la bancarella.)
VOLTAGABBANA
(Senza sollevare lo sguardo dalla stoffa) “Soprabiti, signori! Ancora caldi e profumati! Cinque pezzi d’argento ciascuno."
OMBRA
“Solo cinque? Di questo passo non estinguerai il tuo debito prima di altri trent’anni.”
VOLTAGABBANA
(Spaventato) “Ombra! Io… tu… non pensavo saresti tornato così presto. Vuoi comprare un soprabito?”
OMBRA
“Tieniti le tue stoffe. Parliamo del debito, piuttosto.”
VOLTAGABBANA
“Sono regolare con i pagamenti.” (Rivolto a Non-ti-scordar-di-me) “Diglielo che ho sempre pagato puntuale.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“È così.”
OMBRA
“Ti credo, amico mio. Magari tutti i miei clienti fossero come te. E proprio per questa tua professionalità, voglio proporti uno sconto: il tuo debito estinto in un’unica volta, questa stessa notte.”
VOLTAGABBANA
“Ombra, non ho così tanto argento al momento.”
OMBRA
“Non ti chiedo l’argento. Ti chiedo il tuo voto all’Assemblea dell’Alba.”
VOLTAGABBANA
“Allora è vero quello che si dice: sei tornato per impadronirti di questa città.”
OMBRA
“Questa città è già mia. Sto solo cercando di renderlo ufficiale.”
VOLTAGABBANA
“Molti Alfieri non sarebbero d'accordo."
OMBRA
“Non lo sto chiedendo agli Alfieri. Lo chiedo a te.”
VOLTAGABBANA
“Tutto il debito, estinto?”
OMBRA
“Fino all’ultimo pezzo.”
VOLTAGABBANA
“Allora non mi dispiacerà troppo chiamarti re.”
(Fine scena)
SCENA 3 - ESTERNO - GIARDINO DI DIONEA - NOTTE
(Ombra e Non-ti-scordar-di-me sono sopra un tetto, in un rigoglioso giardino con rampicanti che scendono lungo i cinque piani del palazzo e arrivano fin quasi a terra.)
OMBRA
(tendendo una mano verso Non-ti-scordar-di-me) “La perla.”
(Non-ti-scordar-di-me rovista nelle proprie tasche fino a tirar fuori una perla grande quanto una ciliegia. La porge a Ombra. Ombra la schiaccia tra le dita e fa gocciolare latte che ne esce su di un fiore purpureo nelle vicinanze. Il fiore appassisce velocemente. Dopo qualche momento, DIONEA compare nel giardino. È una donna con lunghe spine che gli ornano il vestito e l’espressione infastidita.”
DIONEA
“Se non la smetti di uccidere le mie piante ogni volta che mi chiami, comincerò a fare lo stesso con i tuoi famigli.” (Indicando Non-ti-scordar-di-me) “Lui per primo.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Non sono un famiglio, sono un assistente.”
DIONEA
“E pensi che questo ti risparmierà la vita?”
OMBRA
“Lascia stare Non-ti-scordar-di-me. Se vuoi che smetta di uccidere le tue piante, dammi un modo meno drastico per chiamarti.”
DIONEA
“Non ne hai bisogno. Sai dove abito. Vieni a trovarmi in Serra.”
OMBRA
“Per diventare una zanzara a disposizione delle tue predilette?”
DIONEA
“Saresti una zanzara deliziosa.”
OMBRA
“Non ne dubito, ma ho altri progetti per il mio futuro.”
DIONEA
“Oh, e quali progetti può mai architettare l’Ombra del Mondo? Magari hanno a che fare con un certo trono vacante?”
OMBRA
“Mia cara, non ti si può nascondere niente.”
DIONEA
“Nascondere? Ah! Non potresti essere più palese di così. Le voci corrono veloci tra questi vicoli. Ho sentito che hai cominciato a fare pressione sui punti giusti.”
OMBRA
“Solo una spintarella nella giusta direzione.”
DIONEA
“Non sei il solo che cerca di spingermi da qualche parte.”
OMBRA
“Ma sarò il più convincente.”
DIONEA
“Ero leale alla Regina di Spade. Solo per questo, dovrei schierarmi con suo figlio e calpestare te.”
OMBRA
“E invece eccoci qui a parlare amabilmente.”
DIONEA
“Ti devo il beneficio del dubbio, questo sì.”
OMBRA
“Mi devi molto più del dubbio, Dionea. So che non c’è bisogno che te lo ricordi. La tua Serra, i tuoi Giardini, le fumerie di tua proprietà, tutto è stato possibile grazie a me. Ti ho aiutato nel momento del bisogno, ora tu aiuta me.”
DIONEA
(Sospira e guarda L’Occhio, il palazzo centrale della città.) “Posso anche farlo, ma non diventerai mai re di questa città, Ombra. Ti temono troppo, tutti quanti. Serve qualcuno che ti tenga a bada, così che loro possano dormire sonni tranquilli.”
OMBRA
“Preferisco tenere io a bada tutti.”
DIONEA
“Su questo non posso davvero biasimarti.”
(Dionea indietreggia e scompare nella vegetazione, non prima però di aver fatto un inchino a Ombra.)
(Fine scena)
SCENA 4 - ESTERNO - VICOLI - NOTTE
(In un vicolo sotto un locale Jazz, la musica arriva fin laggiù. C’è un piccola bisca clandestina all’aperto, con giocatori più o meno ubriachi che giocano sopra barili di legno con carte non uniformi tra loro. Non-ti-scordar-di-me si avvicina a un giocatore, PICCHE, un uomo sporco e accigliato, che sta palesemente perdendo.)
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Buonasera, Picche. Il signore vorrebbe parlare con te”
(Picche lo ignora.)
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Picche, Ombra vuole parlare con te.”
PICCHE
“Vattene fiorellino! Non vedi che sono impegnato?”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Per favore, cerchiamo di risolverla civilmente.”
PICCHE
(Spintonando indietro Non-ti-scordar-di-me) “Non mi hai sentito? Vattene!”
(Ombra compare alle spalle di Non-ti-scordar-di-me. Il chiacchiericcio da bisca si attenua.)
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Se vuoi farti bastonare davanti a tutti per me va bene, ma non ti lamentare che non ti avevo avvertito.”
PICCHE
(Notando Ombra) “Va bene, va bene, arrivo.”
(Picche lascia cadere la propria mano e si alza dal tavolo. Un mucchio di carte gli cade dalle maniche e dalla giacca, tutt’intorno a lui. Si allontana tra gli insulti dei giocatori del tavolo, seguito da Non-ti-scordar-di-me, verso l’angolo della strada dove Ombra li aspetta.)
PICCHE
“Cosa vuoi, Ombra?”
OMBRA
“Abbassa i toni e non ti rivolgere più al mio assistente in quel modo.”
PICCHE
“Non devo nè a te nè al tuo lecchino nessun rispetto! Se non ti piace il mio tono, vatti a fare un giro!”
OMBRA
“Mi devi molto più del rispetto. La Rivolta delle Pezze. Coppa-Vuota.”
PICCHE
“Non nominare quel sacco di merda! Ci abbiamo tutti guadagnato dalla sua caduta in disgrazia.”
OMBRA
“Tu più di tutti.”
PICCHE
“Mi sono guadagnato la mia fetta di gloria!”
OMBRA
“Mi devi la vita.”
PICCHE
“Io non ti devo niente!”
OMBRA
“Non ho tempo da perdere con i tuoi vaneggiamenti da ubriaco. È una notte molto importante e tu non sei che una delle molte tappe che devo fare, e neanche lontanamente la più importante. Voglio gli Scommettitori dalla mia parte, all’Assemblea dell’Alba.”
PICCHE
“E io voglio scoparmi la regina!”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“La regina è morta.”
OMBRA
“Attento, Picche. Se non sei mio alleato, allora sei un ostacolo sul mio cammino.”
PICCHE
“Mi stai minacciando? Non hai nessun diritto di attaccarmi, la regina lo proibisce! Non ho nessun debito nei tuoi confronti! Sei solo uno schifoso lerciume colato giù dalle fogne della città in superficie!”
(Ombra attacca Picche con l’oscurità che lo circonda, materializzandola in picche accuminate, che trapassano l’uomo da parte a parte, inchiodandolo al muro. Il rumore della bisca improvvisamente tace, tutto tace. Picche rantola.)
PICCHE
“Sei solo… sei solo…”
OMBRA
“Mi prendo le tue proprietà e il tuo ruolo, così da saldare il tuo debito.”
(Picche emette un verso di protesta, poi muore lì dov’è. Le ombre si dissolvono e il cadavere scivola a terra.)
OMBRA
(Rivolto a Non-ti-scordar-di-me) “Torna di là e comunica che la Bisca Ovest ora appartiene a me, che spargano la voce. Anche la Casa degli Strozzini e tutta Via Spezzata ora sono mie.”
(Non-ti-scordar-di-me china il capo e obbedisce, ma quando si volta la strada è deserta.)
(Fine scena)
(FINE EPISODIO 2)
TITOLO: Sogno
EPISODIO 3: Un gioco sleale
SCENA 1 - INTERNO - MERCATO NERO
(L’asta del mercato nero si svolge in un grande magazzino, con un palco montato male su un lato. Il BANDITORE, un tipo frenetico e nervoso, invita tutti a prendere posto perché l’asta comincerà a momenti. Le porte del magazzino si aprono per far entrare uno degli ultimi ritardatari, Corona Dorata. Parte subito un chiacchiericcio sorpreso, nessuno si aspettava di vederlo partecipare.)
BANDITORE
“Vostra Altezza! Prego, prego, avvicinatevi! È rimasto un posto in prima fila giusto per voi. L’asta sta per cominciare!”
(Corona Dorata si accomoda e il primo articolo viene portato al centro del palco. Si susseguono un paio di articoli di poco conto, i sussurri continuano intorno a Corona Dorata. Il terzo articolo è un quadro che raffigura un paesaggio chiaramente di superficie, con il sole che sorge su una collina di vigneti.)
BANDITORE
“Un pezzo più unico che raro signori! Ne esistono solo tre copie in superficie e una in tutta Sogno, quella che avete davanti ai vostri occhi! Guardate che pennellate, si può sentire il sole sulla pelle. Per un tale tesoro, si parte da una base di cinquemila pezzi d’argento!”
(Corona Dorata alza la mano)
BANDITORE
“Senza esitazione, il nostro principe fa la sua offerta! Qualcuno ha il coraggio di sfidarlo?”
(Si alzano cinque o sei mani una di seguito all’altra.)
BANDITORE
“Settemila, ottomila, qualcuno fa novamila? Diecimila! Dodicimila per la signora infondo! Quindicimila per Corona Dorata, Diciottomila per Velluto! Qualcuno per i ventimila? Signora, la vedo tentata… Corona Dorata offre ventimila!”
(Dietro Corona Dorata, VELLUTO alza la mano. È un giovane di età simile a Corona Dorata, avvolto da più strati di vestiti come se avesse freddo e in modo da nasconderne la corporatura.)
VELLUTO
“Venticinquemila.”
CORONA DORATA
(Si volta a guardare Velluto, poi torna a rivolgersi al Banditore.) “Trentamila”.
VELLUTO
“Trentacinquemila.”
CORONA DORATA
“Quarantamila.”
BANDITORE
“Sembra non ci sia spazio per altri contendenti, signori, siamo arrivati a un vero duello. Per un pregiatissimo quadro di superficie, conduce Corona Dorata con quarantamila!”
VELLUTO
“Quarantacinquemila.”
CORONA DORATA
“Settantacinquemila.”
BANDITORE
“Settantacinquemila! Questa sì che è una stoccata con i fiocchi! Velluto offre di più? Settantacinquemila e uno. Settantacinq-”
VELLUTO
“Ottantamila.”
CORONA DORATA
“Centomila.”
(La folla esclama eccitata.)
BANDITORE
“Centomila! Corona Dorata è implacabile! Centomila e uno. Centomila e due. Ultima chiamata, signori, per un meraviglioso affresco di superficie, unico nel suo genere, centomila e… tre! Venduto a Corona Dorata per centomila pezzi d’argento!”
(La folla applaude e Corona Dorata si gira per prendersi i meriti. Nota che Velluto sorride e applaude a sua volta, non sembra affatto dispiaciuto.)
(Fine scena)
SCENA 2 - ESTERNO - VICOLI
(Ombra e Non-ti-scordar-di-me camminano con passo affrettato in strada, senza parlare. Il vicolo dove sono ora è ben illuminato e pieno di bar e locali notturni, il cui rumore arriva fino in strada. Ombra scorre le vetrine con sguardo distratto e improvvisamente si ferma. Non-ti-scordar-di-me se ne accorge in ritardo e lo supera, per poi voltarsi a guardarlo, in attesa.)
OMBRA
“Vai avanti, prendi il treno per Miraggio. Parla con le Sibille, cerca di portarle dalla nostra parte.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Da solo? Signore, non credo di riuscire a convincere le Sibille senza il suo appoggio.”
OMBRA
“Sì, da solo. Io devo fermarmi qui. Gioca tutte le carte che hai a disposizione, usa il mio nome in ogni frase se necessario e non ti far problemi a minacciare, mi conosci e sai fin dove posso spingermi.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
(Guardando il Breccia Rossa, il bar di fronte a cui si è fermato Ombra.) “Non sarebbe meglio se l’accompagnassi dentro? E poi andassimo insieme a Miraggio.”
OMBRA
“No, non c’è tempo. Mi fido di te. Vai e comportati come se fossi me. Ti divertirai.”
(Ombra da una pacca sulla spalla a Non-ti-scordar-di-me, con cui lo incita a continuare per la strada, poi si volta ed entra nel locale.”
(Fine scena)
SCENA 3 - INTERNO - MERCATO NERO
(Ad asta terminata, Corona Dorata e Velluto si ritrovano a pagare i loro acquisti al Banditore nello stesso momento.)
BANDITORE
(Porgendo loro dei fogli) “Ed ecco qua, signori. Da questo momento siete i legittimi proprietari del lotto 4, 9, 11, 13, 17, 21 e 22. I vostri acquisti vi aspettano sul retro, potete passare a ritirarli quando volete, ma sappiate che il magazzino non viene sorvegliato, per cui vi consiglio di farlo al più presto.”
VELLUTO
“Ho già mandato qualcuno.”
CORONA DORATA
“Vale anche per me.”
BANDITORE
“Eccellente! Buon proseguimento di nottata, allora!” (Esce.)
CORONA DORATA
(Sventolando l’attestato del dipinto di superficie) “Spero che questo pezzo non avesse una vera importanza per te.”
VELLUTO
(Ridacchiando.) “Nessun rancore. Lo volevo solo per il gusto di strapparlo a un principe.”
CORONA DORATA
“Sembra che invece sia stato io a cantare vittoria, alla fine.”
VELLUTO
“Mh, non ne sarei così sicuro. Dipende cosa si intende per vittoria. Centomila pezzi d’argento non sono uno scherzo.” (Abbozzando un inchino.) “Arrivederci, principe.”
(Fine scena)
SCENA 4 - INTERNO - BRECCIA ROSSA
(L’interno del bar è affollato lungo il bancone e i tavoli da gioco, mentre la fila di tavoli da un lato, accanto alla vetrina, è più tranquilla. Sono tutti tavoli con separè alti fatti di pesanti tendaggi, per mantenere una privacy. Hanno tutti i tendaggi tirati dal lato della finestra ad oscurare il vetro, eccetto uno. Ombra e entra e si dirige verso quello, dove è seduto da solo il Profeta. Lo raggiunge e si siede.)
OMBRA
“Per essere uno che non lascia mai L’Occhio, mi dicono che in questi giorni sei fin troppo in giro, Profeta.”
PROFETA
“La situazione lo richiede.”
OMBRA
“E per uno che si vanta di essere al di sopra delle parti, ti stai immischiando fin troppo nella ragnatela di questa città.”
PROFETA
“Le diatribe infantili fra voi Alfieri non mi interessano. Ma c’è differenza tra rimanere a guardare un topo che divora un altro topo e assistere senza far niente all’auto-distruzione della mia casa.”
OMBRA
“I regimi cadono. Non è la prima morte di un sovrano a cui assisti. Né il primo passaggio di potere turbolento. Sogno è sopravvissuto a peggio.”
PROFETA
“Non sono d'accordo."
OMBRA
“Quindi vorresti scendere in gioco? Abbassarti a batterti con noi poveri pezzenti?” (Risata.) “Attento, se non scegli bene da che parte stare, potresti perdere.”
PROFETA
“Non è una questione di parti. È una questione di sopravvivenza della città. Ho visto il futuro, Ombra, e devo chiederti di farti da parte.”
OMBRA
“Se hai visto il futuro, sai già come ti risponderò.”
PROFETA
(Sospiro.) “Sono disposto a indebitarmi nei tuoi confronti, purché tu non ostacoli l’ascesa di Corona Dorata. Rinuncia ai tuoi piani per il bene di Sogno. Se Corona Dorata salisse al trono, il tuo potere rimarrebbe invariato. Ma se ti opporrai, scatenerai una guerra civile. Tutto cadrà a pezzi per colpa tua.”
OMBRA
“Sai qual è lo svantaggio di essere uno spettatore? Anche se pensi di conoscere il gioco, non hai idea di cosa significa esserci dentro. Tutte quelle piccole meccaniche interne, i dettagli, le fessure tra un ostacolo e l’altro su cui fare leva, ti sono sconosciute. Non sei un giocatore, Profeta, di un tuo debito non so che farmene. E non mi fai paura: non hai leve su di me.”
PROFETA
“La distruzione totale non è una leva sufficiente per te? Ti rendi conto che non puoi giocare con gli altri topi, se sei l’unico topo rimasto in vita?”
OMBRA
“Mi rendo conto che se mi chiamerai ancora una volta topo, questo bar sarà il primo ad assistere alla distruzione totale.”
PROFETA
(Scuote la testa, disapprovando.) “Sei infantile.”
OMBRA
“E tu uno spettatore. Torna a fare quello, chiaramente è la cosa che ti riesce meglio.”
PROFETA
(Con voce dura, sporgendosi verso di lui.) “Lascia che Corona Dorata diventi re.”
OMBRA
(Sorridendo.) “Implorami e forse lo farò.”
(Il Profeta non risponde, si alza senza più una parola e se ne va.)
(Fine scena)
SCENA 5 - INTERNO - INGRESSO DEL PALAZZO
(Corona Dorata assiste mentre portano dentro i suoi acquisti, quando un servitore gli si avvicina per parlargli all’orecchio. Corona Spezzata si rabbuia visibilmente e fa cenno con la mano di portare qualcosa. Viene portato il dipinto di superficie, la stoffa che lo protegge viene tolta. Il dipinto è sfregiato in più punti, con la tela tagliata a brandelli che penzolano.)
(Fine scena)
(FINE EPISODIO 3)
TITOLO: Sogno
EPISODIO 4: Miraggio
SCENA 1 - INTERNO - CABINA DEL TRENO
(Non-ti-scordar-di-me è sul treno, stropiccia tra le mani il biglietto per la Stazione di Miraggio e prova cosa dire.)
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Per il bene di Sogno… no, per il bene della pace di Sogno. Il vostro ruolo è importante, dovete- Non dovete fare niente, se non volete, ma dovete volerlo! Oh, no, per carità. Siamo tutti sulla stessa barca e stiamo imbarcando merda, vi prego, fate qualcosa.” (Afflosciandosi sul sedile.) “Ombra mi ucciderà.”
(Fuori dal finestrino si vede il Luna Park di Miraggio, un faro di luce in lontananza su un mare di campagna scura.)
(Fine scena)
SCENA 2 - ESTERNO - CAROSELLO - NOTTE
(Le giostre del Luna Park sono tutte accese ma vuote, ad eccezione del Carosello a due piani, una giostra imponente e molto colorata, con la struttura dorata. Mentre gira, una musica allegra accompagna il su e giù dei singoli pezzi. Ci sono un numero impreciso di bambine, sulla decina, che si divertono sulla giostra, tutte vestite di bianco: sono le SIBILLE. Parlano una a turno, ma per tutte. Non-ti-scordar-di-me è in groppa a un cavallo, si tiene al palo che va da terra al soffitto ed è evidentemente a disagio.)
SIBILLE
“Non abbiamo ancora scelto chi appoggiare. Non è neanche ancora chiaro chi giocherà.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Non ufficialmente, ma le tre fazioni mi sembrano abbastanza chiare. Vi chiedo solo di-”
SIBILLE
“Non metterci fretta.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Non voglio mettervi fretta, tutto il contrario. Vi chiedo solo di pensarci bene e di-”
SIBILLE
“Non ci piace questo gioco. Non si capisce bene quali sono le regole. Forse non dovremmo giocare affatto.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Esatto! Non giocate. Cioè non appoggiate nessuno, tenetevi in disparte, come dovrebbe fare il Profeta.”
SIBILLE
“Non vuoi convincerci a dare il nostro voto a Ombra?”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Io… non voglio. Non…”
SIBILLE
“Non vuoi che lui vinca?”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Non voglio che il signore perda!”
SIBILLE
“Ma non vuoi neanche che vinca.”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Grazie al cielo azzurro, quello che voglio conta veramente poco: sono solo un assistente. Ma se posso fare una richiesta, per favore astenetevi per questa volta. Non appoggiate nessuno.”
SIBILLE
“Se facciamo come dici tu, cosa ne avremo in cambio?”
NON-TI-SCORDAR-DI-ME
“Niente. Non voglio fare un patto con voi, il mio è un semplice suggerimento. Niente vi impedisce di ignorarlo totalmente. Ma sono L’assistente personale di Ombra, Mangiatore di Soli, Alfiere di Sogno; vivo a stretto contatto con lui, lo conosco meglio di chiunque altro. E vi dico: non siate sue amiche, né sue nemiche.”
(Fine scena)
SCENA 3 - ESTERNO - CASA DELLE LANTERNE - NOTTE
(Casa delle Lanterne, dimora di Ombra, è una villa alta e gotica all’angolo di un viale, con uno stretto giardino tutt’intorno. Appare gravemente danneggiata molto di recente, con più di un muro crollato, il tetto cadente, le piante del giardino bruciate, la porta dell’ingresso divelta dai cardini. Sebbene nessun fuoco sia ora acceso, ci sono segni che un’ala è andata a fuoco. Ombra la guarda e ne è scontento, ma non sorpreso. Passa oltre il cancello all’ingresso, percorre il vialetto ed entra.)
(Fine scena)
SCENA 4 - INTERNO - CASA DELLE LANTERNE
(All’ingresso della casa, Ombra viene accolto da un omino di cera, alto mezzo metro, che esce fuori da un angolo appena lo vede. Ha gli arti un po’ consumati ma, reimpastando la cera del proprio corpo e sacrificando qualche centimetro, riesce a riformarsi completamente. Indossa la sagoma di un frac da maggiordomo, MISTER CAN DE LA.)
OMBRA
“Mister Can de La, felice di vedervi intero. Spero di poter dire lo stesso degli altri. Per la casa non posso più farlo.”
MISTER CAN DE LA
“Signore, sono costernato! Ci hanno colti di sorpresa, non ci aspettavamo un attacco così diretto! Abbiamo cercato di sigillare le porte, ma quando il fuoco ha raggiunto il salone principale, ci siamo dovuti ritirare nello scantinato.”
OMBRA
“Avete fatto bene, vecchio mio. Qualcuno ci ha rimesso lo stoppino?”
MISTER CAN DE LA
“No, signore. La taglia di Miss Perfume e Madame Fragrance è dimezzata, ma hanno ancora una lunga vita davanti. Ma la casa, signore…”
OMBRA
“La casa si ricostruisce. Anzi, presto potremo trasferirci in una nuova.”
MISTER CAN DE LA
“Davvero, signore?”
OMBRA
“I piani sono questi. Ora, da qualcuno così stupido da attaccarmi così platealmente, mi aspetto che sia anche stupido abbastanza per lasciare delle tracce. Cominciate a dare una pulita, io mi guardo intorno.”
(Ombra comincia a rovistare tra i mobili rovinati, la polvere e i rimasugli di candela sciolta. Ci sono dei segni sul muro, che prova a grattare con un’unghia e annusare. Sulle scale in legno trova dei segni di morsi molto piccoli, di roditore. Su un servizio di bicchieri di cristallo rotto vede una goccia di sangue. Sorride e la fa divorare dalle sue tenebre.)
(Fine scena)
(FINE EPISODIO 4)
TITOLO: Sogno
EPISODIO 5: L’Occhio
SCENA 1 - ESTERNO - INGRESSO DEL PALAZZO - NOTTE
(Ombra arriva ai cancelli del palazzo, una torre di pezzi di abitazioni impilate l’una sull’altra malamente, che sta in piedi per magia. D’improvviso una serie di occhi sulle pareti si spalanca e lo punta. Ombra solleva le mani.)
OMBRA
(Scandendo bene.) “Sono Ombra, Alfiere di Sogno. Desidero parlare con Corona Dorata, figlio della deceduta Regina di Spade.”
(Gli occhi battono le palpebre una volta e scompaiono. Dopo qualche secondo di immobilità, Ombra supera il cancello e si avvicina all’ingresso. L’ingresso muta davanti ai suoi occhi: una diversa porta, un nuovo tipo di parete. Come una porta interna di una camera lussuosa, con carta da parati porpora. Ombra bussa sul legno e CORONA DORATA gli risponde.)
CORONA DORATA
“Vieni dentro.”
(Fine scena)
SCENA 2 - INTERNO - CAMERA DI FEY
(La camera è ricca di drappeggi, cuscini e comodità, ma nel caos completo. Al centro della stanza troneggia un grande letto a baldacchino, su cui giace a pancia in su Corona Dorata. Ombra si avvicina abbastanza per ritagliarsi un posto a sedere ai piedi del letto.)
OMBRA
“Le mie condoglianze per la tua perdita.”
CORONA DORATA
“Sul serio? Fingi di essere dispiaciuto per la morte di mia madre?”
OMBRA
“Sono dispiaciuto per te, perché hai perso una madre. Odio vederti soffrire.”
CORONA DORATA
“Non saresti dovuto venire, allora.”
(Ombra infila una mano dentro al cappotto e ne estrae una scatola, con l’aiuto di un po’ di magia. La porge a Corona Dorata che, dopo qualche piccolo colpetto di incoraggiamento, la prende.)
OMBRA
“Ti ho portato un regalo, sperando ti dia un po’ di sollievo.”
(Corona Dorata apre la scatola. Dentro ci sono dei mazzolini di fiori di diversi tipi, delle foglie verdi e delle conchiglie. Corona Dorata li accarezza delicatamente.)
CORONA DORATA
“Sono della superficie?”
OMBRA
“Sì.”
CORONA DORATA
“Sono bellissimi.”
(Ombra allunga la mano per toccare Corona Dorata, una carezza delicata tra i capelli.)
OMBRA
“Te ne porterò altri.”
(Corona Dorata guarda Ombra per la prima volta da quando è entrato nella stanza, si allunga e lo bacia. Ombra lo accoglie volentieri su di sé e, dopo un momento di pausa per mettere via la scatola, Corona Dorata si lascia andare tra le sue braccia. La situazione si scalda. I due cominciano a spogliarsi.)
(Fine scena)
SCENA 3 - INTERNO - CAMERA DI FEY
(Dopo aver fatto sesso, Corona Dorata e Ombra giacciono insieme nel letto, più sfatto di prima, coccolandosi pigramente.)
CORONA DORATA
“Non devi avventurarti in superficie solo per portarmi dei regali. Ti preferisco quando sei qua al mio fianco.”
OMBRA
“Posso fare entrambe le cose. Avrei solo voluto che non capitasse che fossi lontano, quando è morta la regina.”
CORONA DORATA
“Ora che non c’è più lei, sento che questa città mi sta scivolando via dalle dita. Sapevo che mia madre aveva un pugno di ferro, ma pensavo fosse una scelta, non una necessità.”
OMBRA
“Non puoi governare con la gentilezza, Fey.”
CORONA DORATA
“E perché no? È davvero un’idea così spiacevole? Tu preferiresti essere governato con la paura o con la gentilezza?”
OMBRA
“Io preferirei non essere governato affatto. È per questo che non puoi usare solo la gentilezza. Riempi le tasche degli Alfieri d’argento, se vuoi, e copri le strade di abbondanza e ricchezza. Dai ad ogni cittadino di Sogno ciò che più desidera. Ma dagli anche delle regole e delle conseguenze, se non dovessero rispettarle.”
CORONA DORATA
“Non funzionerebbe. Io non sono mia madre: non riesco a bastonare la volontà di un uomo finché la sua schiena si piega o si spezza.” (Guardando Ombra) “O a incatenare degli innocenti per paura che un giorno diventino mostri.”
(Ombra è a disagio e si allontana da Corona Dorata, mettendosi a sedere sul letto e facendo per alzarsi. Corona Dorata lo ferma per un polso.)
CORONA DORATA
“Io non lo farei mai.”
OMBRA
(Senza guardarlo.) “Questo fa di te un debole.”
CORONA DORATA
“È questo che pensi di me?”
OMBRA
(Dopo qualche secondo assorto.) “Tua madre era forte. Ed era una persona spregevole e spietata.” (Bloccando con una mano la protesta di Corona Dorata.) “Gli Alfieri sono Alfieri perché sono forti, e sono quasi tutti esseri orribili e meschini. Io sono la persona più forte di tutti e, credimi, non c’è mostro peggiore di me in questa città. Se sei un debole, a Sogno, vuol dire che c’è ancora del buono in te.”
CORONA DORATA
“Ma i deboli non possono governare.”
OMBRA
“Ma i deboli non possono governare. O diventi forte e erediti le Spade… o ti fai da parte e rimani il dolce Fey che conosco.”
CORONA DORATA
“O divento forte e rimango buono.”
OMBRA
“Allora non hai ascoltato.”
CORONA DORATA
“Non conosci ogni cosa, Mat, anche se so che ti piace pensarlo. Magari ti sbagli, e c’è un modo per riuscirci, o magari sbaglio io. Devo provarci, per saperlo.”
(Ombra sospira e si lascia trascinare di nuovo sul letto. Corona Dorata torna a stendersi sopra di lui e a coccolarlo.)
OMBRA
“I mostri ti masticheranno come un osso di pollo.”
CORONA DORATA
(Con tono leggero.) “Non temo niente, perché ci sarai tu a proteggermi!”
OMBRA
“Il mostro peggiore di tutti.”
CORONA DORATA
“È la seconda volta che ti definisci tale e sappi che non sono per niente d’accordo.”
OMBRA
“Avere idee convergenti non è mai stato il nostro forte.”
CORONA DORATA
(Ridendo.) “Non sono d'accordo neanche su questo.”
(Anche Ombra ride, per poi lasciare cadere la conversazione. Tiene stretto Corona Dorata ma non lo guarda, è al centro del letto, supino, e fissa il soffitto con espressione seria.
(Fine scena)
SCENA 4 - INTERNO - CAMERA MORTUARIA
(La bara della Regina di Spade è ancora al centro della stanza, sigillata. Ombra entra e si avvicina, fino a posare una mano sulla faccia intarsiata nel metallo.)
OMBRA
“I miei ossequi, strega. Potevi aspettare un paio di settimane prima di tirare le cuoia, e invece no, mi hai fatto precipitare di corsa a Sogno dalla superficie. Una spina nel fianco fino all’ultimo. Com’è la morte? Fredda?” (Picchiettando sulla bara.) “Sentirsi costretti non è piacevole, vero? Non preoccuparti, quando siederò sul tuo trono ti farò riesumare e mangiare dai corvi. Il tuo trono, hai sentito bene. Non dovrebbe essere più traumatico che sapermi tra le cosce di tuo figlio. Sai che vuole governare con la gentilezza? Giuro, non ho idea di come hai fatto a generare uno così. Non lo ucciderò, è l’unica consolazione che ti concedo, e non lo faccio certo per te. Nonostante il tuo scetticismo in vita, mi è caro davvero. Sto ancora decidendo se infrangere tutti i suoi sogni e privarlo di ogni cosa, oppure lasciarlo semplicemente nella sua bolla d’ingenuità. Non fraintendermi, per fare un torto a te mi lascerei odiare senza rimorsi. E, chissà, fra venti o trent’anni, quando il rancore lo avrà sfibrato per bene, magari avrai finalmente il figlio che meriti. Niente ti cambia come perdere l’innocenza, garantisco personalmente. Però c’è qualcosa di poetico nel fatto che tuo figlio sia incapace di essere crudele. È ironico. Il tuo unico punto debole, che mi consegna la corona personalmente e con un sorriso sulla faccia. Sì, mi piace.”
(Ombra si allontana dalla bara e si volta, camminando verso l’uscita.)
OMBRA
“Ci vediamo a guerra conclusa, strega. Marcisci nella tua bara, nel frattempo, e disperati per ciò che mi hai lasciato."
(Fine scena)
(FINE EPISODIO 5)
(FINE PARTE 1°, 1° STAGIONE)