COWT13

Mar. 1st, 2023 09:56 pm
Settimana: 2
Missione:
 M2
Prompt:
 07. Falò
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: werewolves!au, ma proprio accennato


 
Versi intorno a un falò

"La tua bocca è una fonte da cui abbeverarsi,
Il tuo profumo mi inebria più del vino
Di miele e di spezia, dolce abbandono,
È bello respirare i tuoi sospiri
Il tuo nome scivola sulla lingua.
Le mie mani
Aprono le porte della tua essenza,
Le mie mani
Ti vestono di nudità e spogliano di voglie,
Le mie mani
scoprono un corpo familiare 
e inventano una nuova forma."
“Piantala Billy, fai arrossire le ragazze.”
Billy mise giù il libro di poesie. Guardò il gruppetto di ragazze a portata d’orecchio che, come loro, aveva cercato il tepore del fuoco intorno al falò. “Allupate” rendeva piuttosto bene l’idea.
Tornò con gli occhi confusi su Camillo.
“Non ti piace questa poesia?”
Camillo sospirò fuori tutta la sua stanchezza. Perché mai stava leggendo poesie ad alta voce, prima di tutto? Aveva iniziato cinque minuti fa e Camillo lo aveva lasciato fare solo perché, nell’ottundità dei sensi data dalla stanchezza - data a sua volta da una giornata massacrante di attività campestri - gli era sembrato che stesse leggendo la lista dei viveri da ricomprare. Sei casse di birra, un telo di plastica nuovo, tre pacchi di caffè, due strusciamenti di ventri tesi e così via.
Magari l’aria di campeggio aveva iniziato a dare alla testa anche a Billy. Camillo era convinto che fosse questione di tempo, prima che tutti cominciassero a svalvolare, altro che feromoni lupeschi.
“E a te? Piace?” Tanto da doverci mettere tutti al corrente? - era implicito. 
Billy osservò il libro tra le sue mani come se fosse piovuto in quel momento dal cielo. “Non sono così male come pensavo.”
E ok, Camillo gli voleva bene comunque.
“Me lo ha prestato tua madre.”
E ok, a quello credeva ancora più facilmente.
“Mi ha detto che piacciono anche a te.”
E ok, ora si superava il limite.
“Che cosa? Non è vero!”
Billy era più perplesso che mai. “Mi ha detto che te le leggeva sempre quando ti addormentavi su di lei e che doveva spiegarti alcune-”
“Shhhhhh.” Billy era davvero impazzito? Le allupate erano ancora a portata d’orecchio.
Camillo scoccò un’occhiata in quella direzione, sperando che non avessero sentito. Lo prendevano già abbastanza in giro, grazie. 
Scivolò sul tronco che era il suo giaciglio per quella sera fino a toccargli un ginocchio con il proprio. Billy gli fece la cortesia di abbassare la voce.
“Non c’è nulla di male se ti piace la poesia.”
Sospirò di nuovo. Quanto era difficile essere l’unico razionale in una manica di bestie “Billy. C’è un solo motivo se un ragazzo sedicenne conosce qualche poesia: fare colpo sulle ragazze. Noi” Sperò intendesse che si stava riferendo ai loro gusti e non, una a caso, alla loro voglia inesistente di fare branco. “Siamo esentati da questo peso. Noi possiamo dire che abbiamo voglia di scopare senza parafrasare.”
“Non sono d’accordo.”
E ok, capitava anche quello. Che tornasse pure alle sue poesie, dunque. Purché le leggesse in silenzio e continuasse ad accarezzargli il ginocchio con due dita, che gli metteva sonnolenza e aveva proprio bisogno di dormire.
Il suo ultimo pensiero andò alle allupate, che sembravano confabulare più di prima, ma si disse che era normale, che stavano impazzendo tutti. Poi dormì.
 
 

COWT13

Feb. 23rd, 2023 01:29 pm
Settimana: 1
Missione:
 M1
Prompt:
 Un rifugio alla fine del mondo 
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: werewolf (contesto)
 


Patate e mele avvelenate
 
Il campo estivo per licantropi era l’idea più becera e tremenda che a suo nonno fosse mai venuta in mente. Era inutile che si riempisse la bocca con parole come “solidarietà”, “famiglia” e “divertirsi insieme”, i campi estivi erano già seccanti per definizione. Aggiungerci pellicce, feromoni e territorialità era un disastro annunciato.
E a Camillo sarebbe andato pure bene, che andassero pure a trascorrere l’estate in mezzo ai boschi annusandosi tra di loro, lui aveva un campionato di Royal Quest da vincere. Peccato che la partecipazione non fosse facoltativa.
Erano giorni che sopportava il campeggio, gli insetti, le alzatacce e i giochi massacranti. Erano giorni che sopportava le prese in giro. In quella radura dimenticata da Dio, dove non c’era l’ombra di un ripetitore per miglia, si consumava l’estate più brutta della sua vita.
“Billy?” Chiamò attraverso il microfono. “Billy? Billy, rispondi maledizione, è un’emergenza.” 
Stava parlando attraverso un walkie-talkie. Un walkie-talkie, per la miseria, nel ventunesimo secolo. 
“Billy!” 
La trasmittente gracchiò. “Camillo?”
Il sollievo lo fece rallentare, ma l’odore pressante dei suoi inseguitori tornò a mettergli le ali ai piedi. 
“Sì! Sì, io, Camillo, è un’emergenza.” 
Erano vicini, maledettamente vicini. Non si erano ancora arresi, mentre lui doveva tenersi un fianco con la mano per continuare a camminare più o meno dritto.
“Dove sei?” 
“Al chiosco dietro la cucina. È successo qualcosa? Passo.”
Quando mai non succedeva qualcosa, quei giorni. La sua famiglia semplicemente si rifiutava di lasciarlo in pace. 
“Arrivo.” Disse solo e cambiò direzione. 
Passò davanti le griglie già in funzione, ignorando i saluti dei più impiccioni e sperando che il pensiero di una bella bistecca rosolata trattenesse i suoi inseguitori. 
Dovette arrestare temporaneamente la corsetta e nascondersi dietro a un gazebo, quando sua madre spuntò fuori dalla propria tenda. Non avrebbe potuto ignorare un suo saluto come con gli altri, non senza beccarsi una ramanzina. Appena la vide puntare le sue amiche, scattò fuori dal nascondiglio e verso la cucina da campo.
Il chiosco lì dietro non era niente più che un mucchio di ciocchi di legno accatastati a formare un tetto e due pareti. Di solito, ci andavano gli altri ragazzi a fumare. Camillo sapeva che Billy non aveva quel vizio, non si aspettava però di trovarlo a pelare patate con gli auricolari nelle orecchie e un cuscino di gomma memory sotto il sedere.
In effetti, ne fu così sorpreso da aprire la bocca a vuoto un paio di volte, non sapendo cosa commentare per primo.
Fu Billy il primo a parlare, alla fine. “Cam, cosa c’è che non va?”  
“Peli patate? Figo. Ti aiuto.”
Questa volta toccò al suo amico rimanere senza parole.
Camillo si sedette sulla chiazza d’erba più asciutta che riuscì a trovare e si guardò intorno alla ricerca di un altro coltello. Non ce n’erano. Ricordandosi che Billy ne teneva sempre uno in tasca, di quelli ripiegabili, gli infilò una mano nei pantaloni per prenderlo. 
“Cam?” Billy esprimeva un grado di preoccupazione allarmante di per sé. 
Camillo rischiò la punta di un dito nell’aprire quel dannato coltellino. E di nuovo una seconda volta, nell’afferrare un patata e cominciare a sbucciarla.
Si assicurò di spostare un po’ di bucce già scartate dalla sua parte, così come il tegame con gli ortaggi nudi. Quando infine i suoi inseguitori lo raggiunsero, sembrava quasi credibile.
“Mi dispiace ragazzi, non posso venire a giocare a palla avvelenata con voi. Vedete? Petra ci ha affidato il purè di stasera.”
Billy rischiò di mandare a monte la sua copertura, ridacchiando sotto i baffi.
 
 

COWT12

Mar. 24th, 2022 04:36 pm
Settimana: 5
Missione:
 M3
Prompt:
 Road trip
Titolo:
 Highway to Hell
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: werewolf (contesto)


Camillo aveva combattuto per fare il viaggio nell’auto di Billy. L’entusiasmo di Billy per il campeggio era sufficiente a dargli sui nervi, ma meglio dell’alternativa. Affrontare quattro ore di tragitto con i suoi? Per carità. Suo padre gli avrebbe lanciato occhiatacce dallo specchietto retrovisore ad ogni suo sbuffo. Sua madre non avrebbe chiuso bocca finché non li avesse messi al corrente di ogni pettegolezzo dell’ultimo anno su ognuno degli altri campeggiatori. I suoi fratellini, infine, piccole pesti iperattive, avrebbero fatto quello che i bambini sanno fare meglio: lamentarsi ininterrottamente. 
Billy, invece, aveva un briciolo di sensibilità per la sua condizione e, ogni volta che non riusciva a trattenere l’allegria e si lasciava sfuggire un commento sul campeggio, gli passava una liquirizia dalla sua scorta per farsi perdonare. In più trovava difficile concentrarsi su più cose contemporaneamente, quindi finché guidava era poco loquace.
Camillo si rinchiuse in un trincerato silenzio finché non entrarono in autostrada, beandosi dei rumori della città finché poté. Clacson, sirene intermittenti, motori che rombavano, lo scalpiccio di una moltitudine di passi sui marciapiedi, le voci. Avrebbe voluto impacchettare tutto e portarlo con sé sulle montagne.
Quando il panorama davanti a loro divennero sei corsie e macchine sfreccianti, Billy gli disse che poteva accendere la radio, se voleva. Lo disse con gli occhi bassi e arricciando appena il naso e Camillo seppe che ciò che intendeva realmente era: “Puoi accendere la radio se vuoi, ma preferirei che tu non lo facessi, preferirei parlare con te”. Si scusò con due pacche sulla mano sopra la leva del cambio e accese la radio.
Tre canzoni pop più tardi, Billy fremeva sul sedile come se la tappezzeria fosse ricoperta di ricci e stringeva il volante tanto forte da arrossare le punte delle dita. Camillo lo osservava con una certa curiosità, scommettendo su quando avrebbe ceduto. 
<Sento che quest’anno ci divertiremo molto.> Disse infine, sicuro delle sue parole ma esitante nel proporgliele. 
Camillo spinse fuori dal naso un verso beffardo e gli venne passata un’altra liquirizia.
<Staremo più tempo insieme e… e vincerò per te la caccia alla volpe e il tiro del tronco e tutti gli altri giochi.>
Lo trovava adorabile. Schifosamente sincero quando diceva che si sarebbe battuto per lui, che gli avrebbe dedicato ogni vittoria o che gli avrebbe regalato la luna. Camillo ne era lusingato, davvero, ma il suo malessere per quel viaggio era viscerale e non sarebbe stato cancellato da una manciata di coccole. 
Quasi si strozzò con la cintura di sicurezza per sporgersi sull’altro sedile, il tessuto rigido che gli segava la pelle del collo, per lasciare un bacio sulla mandibola del suo meraviglioso amico. Poi alzò il volume della radio finché la voce stridula del cantante non coprì perfino il rumore del motore.
Non guardò più Billy. Voltò la testa verso il finestrino, dove le transenne grigie della strada slittavano a una velocità tale da apparire come un’unica striscia mossa.Al dì sopra, qualche sparuta macchia d’albero compariva di tanto in tanto. Ancora più su, un cielo terso come acqua di fonte gli sbatteva in faccia il proprio buon umore, beffandosi di lui.
 

COWT12

Mar. 6th, 2022 11:37 am
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Pessima idea
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: Werewolf


"Billy, cosa esattamente ti ha fatto pensare che volessi il branco alla mia festa di compleanno?" Cosa? Cosa? Per quanto riguardava Camillo, le riunioni del branco erano l'evento più infausto dell'anno. Non ne voleva una per il suo compleanno, grazie tante.
Billy non sembrava aver afferrato quel punto, anzi: la sua espressione confusa era sincera tanto quanto quella che aveva fatto davanti agli integrali di matematica. 
"Pensavo ti avrebbe fatto piacere. Ti vogliono bene."
Quasi non gli scoppiò a ridere in faccia. Si infilò le dita tra i capelli, tirando e sperando di svegliarsi da quel brutto sogno.

COWT12

Feb. 19th, 2022 04:32 pm
Settimana: 1
Missione:
 M2
Prompt:
 Vitalità
Titolo: 
Il gallo canta e il lupo ringhia
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: / 
Note: Werewolves

<Vai a impiccarti sul primo abete che trovi.>

Camillo non era sicuro che il messaggio fosse stato recepito. Colpa sua: aveva ringhiato, un bel ringhio da bestia infastidita, suo padre avrebbe dovuto esserne fiero.

Eppure Billy non sarebbe stato Billy se si fosse lasciato intimidire da una banalità del genere. Si mosse, nel buio della tenda dove si distinguevano a malapena le forme, e scosse di nuovo Camillo per un fianco. 

<Dai, alzati. E’ l’alba.>

Per il Grande Fratello, era l’alba. <Appunto.> Come faceva ad essere già in piedi e rompicoglioni? 

Camillo si raggomitolò il più possibile nel sacco a pelo, tirando il cappuccio fin sotto il naso. Billy riuscì comunque ad infilarci una mano sotto e ad accarezzargli qualche ciuffo. Mentre sussurrava paroline dolci per farlo cadere in trappola e mollare la chiusura della zip, le sue mani arrivarono a grattarlo dietro all’orecchio e sulla nuca, suadenti quanto il suo tono. 

<Pensa a quanto sarà bello vedere il sole sorgere sopra il lago. Niente rumori o odori spiacevoli, solo tranquillità e pace e …>

< E tre quarti d’ora di scarpinata su per il pendio.> Replicò acidamente Camillo, strisciando dentro al suo bozzolo. Se quella mano e il suo proprietario non si levavano dalle palle, l’avrebbe morsa. <Con un freddo bestiale, all’alba. All’alba, cazzo. Io non esisto prima delle dieci.>

<Mi hai promesso che ci saresti venuto con me.> Billy suonava triste e lamentoso nonostante lo strato imbottito.

<Ma non all’alba!> 

Riuscì a chiudere anche l’ultimo spiraglio del sacco a pelo e a isolarsi completamente. Respirava a malapena, ma almeno l’amico non poteva raggiungerlo. Il fatto che Billy riuscisse a essere pimpante di vita a quell’ora disumana non significava che era autorizzato a trasformarci anche lui.

Per un momento, Camillo si convinse di essere riuscito a scoraggiare l’altro. Non ci furono altre proposte, parole gentili, pacche sui fianchi. Forse avrebbe fatto marcia indietro e se ne sarebbe uscito da dove era entrato, a fare la sua dannata camminata tonificante mattutina da solo.

Un’improvvisa stretta sotto la vita e intorno alle gambe gli diede un orribile senso di claustrofobia, tanto da spingerlo ad affacciarsi. Si sentì sollevare e trascinare e l’aria fresca delle cinque del mattino lo investì, insieme all’odore pungente e indesiderato della natura. Appena capì cosa stava succedendo, prese a dimenarsi come un’anguilla.

<Mettimi giù! Mettimi subito giù!>

Billy se lo caricò sulla spalla ancora insaccato, con un sonoro “Uff” e uno scrocchio di schiena non troppo rassicurante. Gli piazzò una mano ben ferma sulla schiena e accusò tutte le sue ginocchiate con ammirevole stoicismo.

Nessuno dell’ingrata famiglia di Camillo lo sentì o, più probabilmente, si preoccupò tanto da affacciarsi alla propria tenda per vedere cosa aveva tanto da urlare.

Billy girò in tondo per un paio di volte, forse sperando di calmarlo. Invano. Camillo lo insultò finché ebbe fiato nei polmoni e fu costretto a liberare le braccia per combattere contro il suo rapitore. L’aria fredda gli fece venire la pelle d’oca. 

<Vieni a vedere l’alba con me.>

<Vai al diavolo!>

<Vieni con me.>

<Vai al diavolo!>

Riuscì a liberarsi, sì. Capitombolò giù dal lato b di Billy e finì culo sull’erba umida. Si sentì perfino vittorioso, poi si rese conto di quale prezioso ostaggio aveva lasciato dietro. Bill strinse il suo sacco a pelo come se volesse assorbirlo dentro di sè.

<Vieni a vedere l’alba.>

Andarono a vedere l’alba, lui, il suo amico e il sacco a pelo.


COWT12

Feb. 19th, 2022 03:55 pm
Settimana: 1
Missione:
 M2
Prompt:
 Protezione
Titolo: 
L'istinto di un cacciatore
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: / 
Note: Werewolves

La quinta notte di campeggio ci fu la caccia alla volpe. Al Campo Mezzaluna non era un eufemismo: una vera caccia, una vera volpe e un branco di lupi pompati e sovraeccitati. Camillo avvertì come ogni anno la tentazione di chiamare la protezione animali, così, giusto per rovinare la festa a tutti. Poi si ricordò che i cellulari, come altri apparecchi elettronici, erano banditi e che era stato costretto a lasciare il suo a casa.

A nulla valevano obiezioni come "Credo nella non violenza", "La caccia sportiva dovrebbe essere abolita" o "Sono vegetariano" - piccola bugia a fin di bene. I lupi mannari erano violenti, cacciavano e soprattutto non erano vegetariani. Non concordavi? Stavi facendo i capricci o avevi le allucinazioni.

Tutti partecipavano, in teoria. Anche i cuccioli, sebbene si mettessero subito a giocare tra loro, dimentichi di qualsiasi volpe. Anche gli anziani, più telecronisti che parte attiva dell'evento. Anche Camillo, che faceva presenza sulla linea di partenza e poi se ne andava a zonzo per tutta la notte nel bosco, finché non lo raggiungevano gli ululati di vittoria. 

Il suo amico Billy, invece, era un partecipante storico ed entusiasta. L'anno prima aveva quasi vinto, avvistando una volpe per primo, ma il premio gli era stato soffiato da sotto i denti da Susy Maddogs, lasciandolo a mordere l'aria e la sconfitta.

Camillo non fu sorpreso di trovarlo in prima linea quella notte, a guardarsi in cagnesco con Susy. Billy lo notò e raspò con la zampa sul terreno, un segno che diceva di raggiungerlo vicino ai primi alberi del bosco, dove lui e una ventina di altri lupi attendevano trepidanti il via alla caccia. Camillo scosse la testa. Lui se ne sarebbe stato ai margini e con un po' di fortuna sarebbe stato ignorato. Durante la caccia non erano rari gli scontri; per una traccia, per la priorità su una zona o, a volte, solo per semplice frustrazione.

In quel momento, Susy dovette infastidire Billy, o gli ringhiò troppo vicino all'orecchio, perché lui scatto come poche altre volte gli aveva visto fare. Liberò un ringhiò feroce e le affondò i denti nel collo, strattonandola di qua e di là. Susy se lo tolse di dosso con una zampata. Camillo vide il muso del suo amico tingersi di rosso.

Uno sgradevole grumo di indignazione gli attorciglió lo stomaco. Ringhiò anche lui, ma si trattenne dallo spiccare un balzo per accorrere in aiuto del suo amico. Era piccolo rispetto agli altri lupi, sottile e leggero. Sarebbe stato atterrato. Eppure l'istinto di protezione verso Billy graffiava dentro di lui come un falco per uscire dalla gabbia. 

La zuffa tra Billy e Susy aveva animato ancor di più il resto del branco e più di uno si aggiunse allo scontro. Se la caccia non partiva subito, la cosa rischiava di degenerare. 

Camillo perse di vista Billy. Irrazionalmente, la cosa lo spaventò più che se lo avesse visto gettato a terra e sovrastato da un altro lupo. Billy era grosso e aveva il pelo fulvo come quello dei gatti da salotto, era quasi impossibile non notarlo perfino in mezzo al branco in movimento.

Prese una decisione da cui in seguito il suo cervello si sarebbe dissociato. C’era un solo modo per distogliere l’attenzione dei lupi dalla zuffa. Senza aspettare il segnale di inizio dell’anziano Goldwin, balzò in avanti e si inoltrò nel folto del bosco, lanciando un ululato di vittoria e dando il via alla caccia.


COWT12

Feb. 19th, 2022 03:45 pm
Settimana: 1
Missione:
 M2
Prompt:
 Verità
Titolo: 
Narrami dell'amore, della gloria e di altre stronzate
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: / 
Note: Werewolves

Di tutte le attività Hippy proposte al Campo Mezzaluna, le storie e le leggende della stirpe dei lupi mannari narrate intorno al fuoco era quella che Camillo trovava più accettabile. Credeva che quei racconti fossero un mucchio di fesserie, ma era comunque un passatempo accettabile. Quando calava la notte e scendeva anche la temperatura, era bello starsene vicino al falò, con i piedi protesi verso le fiamme e le mani scaldate da una tazza di tisana, cullati dalle voci roche e costanti degli anziani nonni portatori di saggezza lupesca. 

I bambini erano banditi da quei momenti, perché incapaci di starsene fermi e in silenzio nello stesso posto per più di due minuti. I ragazzi come Camillo avrebbero dovuto esserne capaci, in teoria, ma era più facile vederli combattere contro il sonno o agitarsi irrequieti in attesa del loro sorso di sambuca. Billy - e Camillo doveva rendergliene atto - si impegnava a stare attento, ma l’effetto che le storie avevano su di lui era incredibilmente soporifero. Camillo si divertiva un mondo e vedergli calare le palpebre, poi la testa, poi le spalle. Teneva duro finché poteva, ma finiva inevitabilmente steso sul suo grembo, incosciente.

La mattina dopo, dichiarava di sentirsi in colpa per non aver ascoltato fino alla fine e lo pregava di raccontargli le parti mancanti. 

<Perché ti interessa tanto sapere queste cose?> Gli chiese una sera e il volto di Billy si spianò in una piega seria. 

<E’ la nostra storia, ciò che siamo. Girano tante balle sul nostro conto, ma questa è la verità.>

Camillo ne dubitava seriamente. 

Le loro origini, racontavano gli anziani, risalivano ai tempi bui del medioevo e una strega era la loro progenitrice. Una bellissima donna, sola e senza casa, che viaggiava senza meta, vendendo rimedi disperati in cambio di un po' di cibo e di un tetto sulla testa. Era potente e intoccabile, ma in ogni posto in cui arrivava vedeva le sue sorelle perseguitate e cacciate, uccise brutalmente senza che avessero fatto alcunché per meritarlo e la sua rabbia cresceva. Non riusciva più a sopportarlo, così una notte, mentre alloggiava in un villaggio vicino ad un bosco, giacque con un lupo e ne rimase gravida. Lasciò il bambino al villaggio e ripartì. 

Trovò un altro villaggio, vicino ad un altro bosco. Ebbe un altro bambino. Lo lasciò lì e proseguì il suo cammino. Per molti anni, la strega piantò i semi della sua vendetta, che crebbero e diventarono un flagello per gli uomini e il loro bestiame. Non che la cosa serví a fermare il genocidio delle streghe.

In tempi più recenti, i lupi mannari smisero di tormentare gli uomini e di vivere nelle foreste. Capirono che amalgamarsi a loro, nascondendo la propria natura, era un modo più efficace per sopravvivere. La strega non era più su quella terra da tempo e la vendetta aveva smesso di significare qualcosa. 

L'unico punto su cui Camillo concordava era quell'ultimo. Per il resto, potevano essere il frutto del grembo di una strega o di una mutazione genetica, del diavolo o degli alieni, a lui non interessava. Era un lupo mannaro, che gli piacesse o no. Quella era l'unica verità che contava.



COWT12

Feb. 17th, 2022 08:46 pm
Settimana: 1
Missione:
 M2
Prompt:
 Forza 
Titolo: 
La forza di una formica
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: / 
Note: Werewolves

Definire il Campo Mezzaluna un campeggio organizzato era dare del polito assennato a Caligola. Nonostante vi partecipassero tutte le famiglie di lupi mannari della regione, lo spazio a disposizione era ben poco e veniva brutalmente conteso fin dalle prime ore. Di tagliare un po’ di alberi lì intorno non se ne parlava, la foresta era sacra, e di cercare una nuova radura più estesa neanche. 

La famiglia di Camillo era arrivata con un giorno di anticipo per assicurarsi un buon posto. Le famiglie Amberly e Doyle addirittura due. 

Uno spiazzo abbastanza grande per montare la tenda dei genitori, la sua, quella dei suoi due fratellini, il tavolo da picnic e il barbeque. E lì finivano le loro comodità da “campeggio organizzato”. A quanto pare, il fatto che per liberare la vescica nella loro forma di lupo bastasse alzare la zampa vicino a un cespuglio voleva dire che potevano fare lo stesso anche da umani. 

Il primo giorno del Campo, tutte e ventuno le famiglie storiche arrivarono e si sistemarono prima di mezzogiorno. Nello stesso lasso di tempo, arrivò anche il caldo allucinante.

Camillo mollò i suoi parenti all’allestimento di Dio solo sapeva cosa e si addentrò nel dedalo di tende alla ricerca di Billy. Billy, il suo caro amico Billy, con la sua cara nonnina centenaria, così avanti con l’età che nessuno la guardava storto se si portava dietro e si faceva montare un gazebo per l’ombra. Il suo programma per la giornata era fare compagnia alla vecchina e magari evitare la prima di una lunga serie di sfide idiote.

E’ così che si occupava la maggior parte del tempo al Campo Mezzaluna: prove di forza, di agilità, di sopravvivenza. Gare in cui si cimentavano i giovani, ansiosi di pavoneggiarsi davanti al branco, e i meno giovani, fieri di dimostrare che la vecchia guardia ancora non era da buttare. Per Camillo, erano la sintesi di tutto ciò che di tossico c’era nelle loro tradizioni. E poi faceva schifo negli sport.

Non trovò la nonnina di Billy e la sua preziosa ombra, ma Billy trovò lui, placcandolo tra dietro.

<Eccoti, finalmente! Ti sono venuto a cercare.> Gli fece fare dietrofront e tornare sui suoi passi. <Allora, ho scoperto quale sarà la prima prova di domani e dobbiamo allenarci.>

<Non importa quale sarà, mi darò malato.>

<Noi non ci ammaliamo.> Billy gli diede un buffetto sulla testa. Lo faceva anche alla sua sorellina di cinque anni quando diceva una sciocchezza. Poi gli chiuse un braccio intorno alle spalle. 

<Braccio di ferro.>

Figuriamoci. Camillo era sicuro che avrebbero deciso per la cosa più stupida. Si sarebbe fatto eliminare al primo turno nel modo più indolore possibile.

<Devo insegnarti un paio di trucchetti che ho imparato da Chuck…>

<Billy, lascia perdere.> lo fermò subito. 

Erano tornati al suo spiazzo, stranamente disabitato. Billy si diresse a passo sicuro verso la sua tenda, aprendo la zip dell’entrata e facendogli cenni eloquenti. Là dentro facevano quaranta gradi come minimo, ma almeno c’era un po’ d’ombra. 

Billy non volle sentire ragioni. Insistè per fare delle prove, gli disse come posizionare il gomito in linea con la spalla e quanto piegarsi per la leva migliore.

<Sii come una formica.> Gli disse, nel suo miglior momento Obi-wan. <Le formiche sono piccole ma hanno una forza incredibile.>

Camillo era piccolo, ma non era una formica. Era un lupo mannaro non per scelta, venuto su un po’ deboluccio, che odiava la natura e l’istinto animale. E che si sarebbe fatto umiliare a braccio di ferro, non importava quanta forza il suo amico cercasse di trasmettergli per osmosi.


COWT12

Feb. 17th, 2022 11:28 am
Settimana: 1
Missione:
 M2
Prompt:
 Entusiasmo 
Titolo: 
Una partenza obbligata
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: / 
Note: Werewolves

Il bagagliaio del Range Rover di suo padre, un suv di nome e un transatlantico di fatto, si chiuse con un tonfo che suonava come definitivo. Un portatile di ultima generazione che cade avrebbe fatto quel suono. Un vaso che ti finisce in testa dal terzo piano avrebbe fatto quel suono. Le porte dell’inferno che si chiudono dietro di te avrebbero fatto, inequivocabilmente e senza alcun dubbio, quel suono.

Camillo se ne stava ancora aggrappato alla ringhiera del portico, come se avesse potuto abbracciarla e legarvisi con le catene in segno di protesta.

Sua madre non aveva ancora deciso quanto cibo portarsi dietro e faceva avanti e indietro dal cortile alla cucina con le braccia piene di contenitori sottovuoto e un’espressione sconcertata.

I suoi fratellini rincorrevano insieme i figli dei Jackson fino alla strada e oltre, sul giardino della proprietà accanto, alla stregua di cuccioli esagitati portatori di morte e distruzione, quali erano. Camillo avrebbe dovuto tenerli d’occhio, per assicurarsi che almeno non finissero sotto una macchina, ma se succedeva una tale disgrazia in effetti avrebbero dovuto rimandare la partenza. 

Comparve Billy oltre la staccionata verniciata d’azzurro. Afferrò due bambini, li tenne sospesi in aria con quelle braccia da vigatore che si ritrovava e li fece roteare come su una giostra, finché le risa gioiose non rischiarono di assordare tutto il quartiere. 

<Buongiorno, Sandro!> Esclamò, mollando i mocciosi e non appena alla portata d’orecchie di suo padre. <Sono venuto a vedere se vi serviva una mano.>

<Buongiorno, ragazzo.> Fragorosa pacca sulla spalla. <Nah, qui siamo a posto, ma i Jackson devono ancora caricare le tende e la cucina da campo.>

Billy annuì più volte, valutando la situazione a distanza. Lui e suo padre erano alti uguali, cosa che non finiva mai di sconcertarlo. Da parte sua, Camillo sperava ancora in quei cinque centimetri rimasti indietro dalla pubertà. 

Prima di andare a fare il buon samaritano con i vicini, si avvicinò alla ringhiera del portico e rimase su un gradino più in basso. Fottuti cinque centimetri.

<Buongiorno.> Si chinò in avanti per strusciargli la fronte sulla spalla. Camillo non poté non ricambiare, sfiorandolo con la tempia sui capelli freschi. Bill si sarebbe messo a piangere, altrimenti.

Gemette appena, sofferente. <Puzzi già di campeggio.> Aveva il naso intasato di essenza di abete bianco, probabilmente un nuovo shampoo preso per l’occasione.

Billy rise, lo scosse per le braccia e riuscì a farlo staccare dalla sua isola felice. 

<Ti piacerà quest’anno, te l’ho promesso.>

<Me lo hanno promesso anche i miei, tanto per la cronaca, ma sono proprio le premesse ad essere sbagliate.> Camillo agitò la mano verso la casa alle sue spalle. Sentì la disperazione tornare a rendergli stridula la voce. <Nessun tetto sopra la testa. Niente bagni decenti, niente elettrodomestici, niente wi-fi. Solo alberi, insetti e fango. Mangeremo cibo precotto o crudo, ci puliremo il culo con una foglia e prima di una settimana avremo tutti le pulci.>

<I lupi mannari sono vissuti così per secoli.> Billy lo disse come se non fosse già solo quella una tragedia in sé. <Non abbiamo bisogno di queste cose, possiamo farne a meno per un mese.>

<Il fatto che possa, non vuol dire che voglia!>

Eppure, l’unico a non capire sembrava Camillo. Suo padre caricava bagagli da quella mattina con un sorriso soddisfatto; anche sua madre, sotto il primo strato di apprensione, lasciava trasparire entusiasmo. Dei bambini, non ne parliamo. Billy toccava il cielo con un dito. Tutti non vedevano l’ora di fare quel viaggio, tranne lui. 

Tornò ad aggrapparsi alla ringhiera.


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