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Missione: M2
Prompt: Protezione
Titolo: L'istinto di un cacciatore
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: Werewolves
La quinta notte di campeggio ci fu la caccia alla volpe. Al Campo Mezzaluna non era un eufemismo: una vera caccia, una vera volpe e un branco di lupi pompati e sovraeccitati. Camillo avvertì come ogni anno la tentazione di chiamare la protezione animali, così, giusto per rovinare la festa a tutti. Poi si ricordò che i cellulari, come altri apparecchi elettronici, erano banditi e che era stato costretto a lasciare il suo a casa.
A nulla valevano obiezioni come "Credo nella non violenza", "La caccia sportiva dovrebbe essere abolita" o "Sono vegetariano" - piccola bugia a fin di bene. I lupi mannari erano violenti, cacciavano e soprattutto non erano vegetariani. Non concordavi? Stavi facendo i capricci o avevi le allucinazioni.
Tutti partecipavano, in teoria. Anche i cuccioli, sebbene si mettessero subito a giocare tra loro, dimentichi di qualsiasi volpe. Anche gli anziani, più telecronisti che parte attiva dell'evento. Anche Camillo, che faceva presenza sulla linea di partenza e poi se ne andava a zonzo per tutta la notte nel bosco, finché non lo raggiungevano gli ululati di vittoria.
Il suo amico Billy, invece, era un partecipante storico ed entusiasta. L'anno prima aveva quasi vinto, avvistando una volpe per primo, ma il premio gli era stato soffiato da sotto i denti da Susy Maddogs, lasciandolo a mordere l'aria e la sconfitta.
Camillo non fu sorpreso di trovarlo in prima linea quella notte, a guardarsi in cagnesco con Susy. Billy lo notò e raspò con la zampa sul terreno, un segno che diceva di raggiungerlo vicino ai primi alberi del bosco, dove lui e una ventina di altri lupi attendevano trepidanti il via alla caccia. Camillo scosse la testa. Lui se ne sarebbe stato ai margini e con un po' di fortuna sarebbe stato ignorato. Durante la caccia non erano rari gli scontri; per una traccia, per la priorità su una zona o, a volte, solo per semplice frustrazione.
In quel momento, Susy dovette infastidire Billy, o gli ringhiò troppo vicino all'orecchio, perché lui scatto come poche altre volte gli aveva visto fare. Liberò un ringhiò feroce e le affondò i denti nel collo, strattonandola di qua e di là. Susy se lo tolse di dosso con una zampata. Camillo vide il muso del suo amico tingersi di rosso.
Uno sgradevole grumo di indignazione gli attorciglió lo stomaco. Ringhiò anche lui, ma si trattenne dallo spiccare un balzo per accorrere in aiuto del suo amico. Era piccolo rispetto agli altri lupi, sottile e leggero. Sarebbe stato atterrato. Eppure l'istinto di protezione verso Billy graffiava dentro di lui come un falco per uscire dalla gabbia.
La zuffa tra Billy e Susy aveva animato ancor di più il resto del branco e più di uno si aggiunse allo scontro. Se la caccia non partiva subito, la cosa rischiava di degenerare.
Camillo perse di vista Billy. Irrazionalmente, la cosa lo spaventò più che se lo avesse visto gettato a terra e sovrastato da un altro lupo. Billy era grosso e aveva il pelo fulvo come quello dei gatti da salotto, era quasi impossibile non notarlo perfino in mezzo al branco in movimento.
Prese una decisione da cui in seguito il suo cervello si sarebbe dissociato. C’era un solo modo per distogliere l’attenzione dei lupi dalla zuffa. Senza aspettare il segnale di inizio dell’anziano Goldwin, balzò in avanti e si inoltrò nel folto del bosco, lanciando un ululato di vittoria e dando il via alla caccia.