COWT12

Mar. 9th, 2022 12:09 pm
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M1
Prompt:
 010. Malinconia, 006. In cima, 001. Brucomela, 009. Lacci delle scarpe, 004. Carta assorbente, 017. Acqua fresca, 014. Senza tregua 
Titolo:
 Tutte le volte che mi hai baciato 
Fandom: Originale
Rating: T
Warning: /
Note: /

1.
Scappai dall’aula come le avessero dato fuoco. Zaino gettato su una spalla, giubbotto sottobraccio, percorsi il corridoio e le scale che mi avrebbero portato fuori dall’edificio con passo spedito, finché le porte del polo di Economia non si chiusero dietro la mia schiena. 
Rilascia un sospiro tremulo. Fu una pessima idea. Sentii il groppo che mi ostruiva la gola salire ad appesantirmi il cervello, man a mano che realizzavo cosa era successo e tutte le sue conseguenze. Il tempo sprecato, la fatica, il calendario da riprogrammare… e che spasso sarebbe stato doverlo dire a James. 
Lui mi aspettava nel parcheggio dell’ateneo, appoggiato alla sua auto, cellulare in mano e sopracciglia splendidamente aggrottate. Non si accorse di me finché non mi fermai ad un passo da lui, fino a fargli ombra sullo schermo.
<Finalmente.> Disse e puntò la sua attenzione su di me. <Com’è andata?>
Mi era scappata una lacrima? Magari no, ma forse il labbro mi aveva tremato. Leggermente. O forse avevo il viso talmente pregno di delusione che a James bastò uno sguardo per indovinare.
<Male, direi.>
Fottutamente. Erano tre mesi che preparava quell’esame.
<Cosa ti ha chiesto?>
<Io… te lo dico a casa.>
James non insisté, segno che dovevo fargli davvero pena in quel momento. Non m’importava, volevo solo mettere più distanza tra me e quel maledetto posto.
§
<... E ha anche detto che dovrei proprio cambiare metodo, che “Analisi finanziaria e piani aziendali” ha bisogno di un approccio più sistematico, non si può approssimare.>
Mi strinsi il braccio di James intorno al petto. Volevo affondare nella bolla fatta dal suo corpo e dal morbido divano della sala comune dell’appartamento e rimanerci per sempre. 
James mi offrì un biscotto all’anice e un meno confortante <Non dargli retta, è solo un vecchio ammuffito e represso.>
<Quel vecchio ammuffito e represso mette i voti. E boccia.> E aveva bocciato anche me. 
Diamine, ero convinto che sarei passato, magari non con il massimo ma ce l’avrei fatta. Avevo invitato James. Volevo portarlo a festeggiare, dopo. Diamine, che figura.
Sospirai per l’ennesima volta e mugugnai per avere un altro biscotto.
<Sono finiti.> 
Non era proprio la mia giornata.
Lasciai alzare James solo perché pensavo sarebbe andato a prendermene un altro pacco; lui invece mi tirò a sedere e tentò anche di farmi alzare in piedi.
<No, non ne ho voglia.> Dissi. Fosse dipeso da me, sarei rimasto lì a crogiolarmi nella mia malinconia fino a sera. 
James mi guardava male dall’alto della sua posizione, come se avesse voluto mettermi dei carboni ardenti sotto al sedere. Scorgevo una vaga somiglianza con il professor Zaidi. 
<Resta qui con me, per favore.>
Interruppe la mia supplica con una bella stretta ai capelli, che mi fece strizzare gli occhi. Quando li riaprii, me lo ritrovai ad un palmo dal naso. Poi neanche a quello. Il tocco delle sue labbra fu leggerissimo, fugace, un battito di ciglia. 
<Alzati.> Disse James. Sciolse la presa sui miei capelli e le dita scivolarono via in una carezza. <Seguimi.>
Si allontanò senza aspettarmi. Solo dopo averlo visto sparire oltre la porta, realizzai che era stato il nostro primo bacio. E lo rincorsi.

2.
James mi aveva portato al parco divertimenti fuori città. Era chiaramente il suo modo per tirarmi su di morale, considerato che sapeva quanto mi piacesse e che io sapevo quanto poco lo tollerasse lui. 
Facemmo tutto il tragitto in silenzio, James pensando a dio solo sapeva cosa e io a riguardarmi il film mentale del nostro primo bacio. Arrivati a Space Land, avevo fatto una curiosa scoperta: era possibile “consumare” un ricordo. Avevo rivisto talmente tante volte quello in particolare da averlo distorto, imbrattato di fantasie e reso irriconoscibile. 
Era mattina tardi, quasi ora di pranzo, e il parco scoppiava di famigliole in gita, adolescenti elettrizzati e coppiette affettuose. James camminava come se avesse l’orticaria alle chiappe e schivava ogni passante attento a non fissarlo negli occhi. 
Lo portai sulla ruota panoramica, una delle attrazioni meno frequentate a quell’ora, spedendolo a procurarci il pranzo mentre io mi occupavo di fare la fila. Ci riservammo una cabina tutta per noi e, nel tempo che occorse per arrivare in cima, divorammo i sandwich.
James prese a guardare il panorama appena la cabina si fermò. Avevamo una discreta vista da lassù e le campagne di Granville meritavano di essere guardate in giornate particolarmente terse come quella. Rivolsi mentalmente scusa alla campagna. Avevo occhi solo per James.
Gli era rimasta un po’ di maionese all’angolo di bocca e non riuscivo a concentrarmi su nient’altro. Quella bocca, quelle labbra. Non ricordavo più bene come fossero, le avevo “consumate”.
<Ehi.> Lo chiamai in un sussurro. Eppure eravamo soli. <Quello che hai fatto prima…> James puntò i suoi occhi scuri su di me e sapeva benissimo di cosa stavo parlando. <... Puoi rifarlo?>
Non attesi una risposta per alzarmi dalla seduta e raggiungerlo dalla parte opposta della cabina. James mi baciò proprio quando lasciammo la cima e per tutta la discesa.

3.
La giornata stava scalando velocemente la classifica delle mie migliori, nonostante l’esame non superato. L’euforia doveva avermi dato alla testa a un certo punto, perché proposi di salire sul brucomela. Non so bene perché, sta di fatto che posai gli occhi su quel gioco per bambini e improvvisamente mi immaginai il mio cinico e stoico James sul treno-bruco, entrare e uscire dalla mela, circondato da bambini ridenti, ed era qualcosa che dovevo vedere nella vita.
Mi ci vollero tutte le mie capacità di persuasione. Dovetti usare un mix di suppliche e minacce imbarazzanti, condito da una buona dose di disperazione da esame fallito e alla fine lo presi per esasperazione. 
James sbuffò in fila, sbuffò alla cassa sotto le occhiate derisorie del bigliettaio, sbuffò salendo sul brucomela e mi acciaccò un piede con lo sportello della carrozza. Fulminò con lo sguardo ogni bambino che osò additarlo al proprio accompagnatore e riprese a sbuffare come una locomotiva appena il treno partì. Era uno spasso. 
Sbuffò finché non entrammo nella mela e approfittai del buio per baciarlo. A quel punto mi diede un morso.

4.
Lasciammo il parco divertimenti verso le cinque, dopo aver provato la maggior parte delle attrazioni e aver gettato la spugna per quelle sopra la mezz’ora di attesa. Ritornare al parcheggio fu abbastanza impegnativo, camminando controcorrente. Nelle ultime ore del pomeriggio l’affluenza sembrava aumentata e per passare dai cancelli d’entrata dovemmo quasi sgomitare. 
James inspirò profondamente appena comparvero le prime strisce bianche, sorrise persino e sentii di nuovo il bisogno di strappargli quel sorriso dalle labbra con le mie. Ricambiai, al settimo cielo, James mi scrutò da capo a piedi. 
Si fermò improvvisamente. Si piegò sulle ginocchia, allungando le mani verso le mie scarpe, così mi accorsi di avere i lacci sciolti. 
Mi impensieriva il fatto che ci fossimo fermati proprio in mezzo alla strada, poi mi accorsi di come si fosse posizionato James e i miei pensieri subirono una brusca svolta. Era in ginocchio ai miei piedi, la testa a un palmo, no, a tre dita dal cavallo dei pantaloni. Concentrato com’era ad allacciarmi le scarpe, non se ne era accorto. Le sue ciocche corvine mi invitavano a infilarci una mano attraverso. Non lo feci, non mi mossi, non respirai.
James strinse l’ultimo nodo e sollevò lo sguardo. Si bloccò anche lui. Il suo viso prese fuoco. Ero sicuro di essere arrossito anch’io, tanto sentivo scottare le guance. 
Quando mi sentivo in imbarazzo, mi veniva da ridere, quando ci si sentiva lui, si chiudeva a riccio e scappava e così finimmo a rincorrerci per il parcheggio del parco, James che batteva in ritirata verso la sua auto e io che gli correvo dietro ridacchiando senza fiato. 
Saliti in macchina, gli bloccai la mano sulla leva del cambio prima che potesse mettere in moto.
<Scusa, scusami.> Non sapevo per cosa esattamente mi stavo scusando, ma volevo un bacio. Ancora ridacchiavo e cercai la sua bocca con la mia.
<Sei un idiota.>  disse James, ma non mi lasciò insoddisfatto.

5.
A casa, l’allegria si smorzò quando ritrovammo Emma e Billy, i nostri coinquilini, e dovetti rispondere alle loro domande sull’esame della mattina. Stavano già facendo cena con del ramen istantaneo sul divano e mi guardarono da sopra i cuscini con commiserazione. James mi chiamò in cucina e comunicò a gran voce che avremmo mangiato nella sua stanza.
<Di cosa hai voglia?> Gli domandai, raggiungendolo ai fornelli. 
James si diresse verso il frigo e mi rubò un bacio nel tragitto. Profondo, bagnato, un qualcosa di nuovo  rispetto ai precedenti. Lo strinsi a me prendendolo per i fianchi. Poi si staccò e andò a recuperare una caraffa d’acqua. 
<Di cosa hai voglia?> Ripetei. Magari questa volta avrebbe risposto. Oppure, ancora meglio, avrebbe replicato la performance precedente.
<Credo di aver visto del prosciutto in frigo.> disse James, mentre puntava il melone abbandonato nel lavandino come una palla all’angolo di un campo da calcio. 
Il melone gli sfuggì di mano, rotolando verso il bordo del ripiano e, dato che non avevo smesso un momento di osservarlo, me ne accorsi prima che potesse cadere. Mi lanciai a prenderlo, orgoglioso dei miei riflessi, almeno finché non sentii il rumore della caraffa che si infrangeva a terra.
<Porca miseria!> Dovevo averla urtata con l’altro braccio. 
Emma e Billy si affacciarono spaventati alla cucina e James li cacciò con un gesto della mano. I pezzi di vetro erano arrivati in ogni angolo, così come gli schizzi d’acqua.
<Carta assorbente.> James la indicò. 
Arretrai con attenzione per prenderla, dopodiché mi accorsi con orrore che James si era messo a raccogliere i vetri a mani nude e sempre a mani nude li teneva in bilico su un palmo. 
<Ci sono i guanti sotto il lavandino! Ti prendo un sacchetto.>
<Fermo lì! Sei praticamente scalzo.> Mi guardai i piedi, i miei sandali erano più spessi dei suoi. <Srotola la carta e poggiala dove è bagnato. Non! Premere.>
Incredibilmente, quello a tagliarsi un dito fui io. Guardavo James giocare a genga con i pezzi di vetro e raccogliendo una palla di carta assorbente bagnata urtai una scheggia. Non me ne lamentai troppo, era un misero taglietto e James si ficcò il dito in bocca, prima di avvolgerlo in un pezzetto di carta.

6.
Sapevamo entrambi che quella sera avrei dormito nella camera di James. Non ci accordammo a parole, ma io lo sapevo e sapevo che James sapeva. Stessa silenziosa intesa per la doccia, ero sicuro che ci saremmo lavati insieme tanto quanto che il sole sorgesse a est. 
Nel piccolo bagno in comune era difficile lavarsi i denti in due, figurarsi spogliarsi. Con la scusa del poco spazio, James toccò ogni striscia di pelle man a mano che la scoprivo, finché non fui coperto solo di brividi. Io fui più sbrigativo: gli sfilai maglia e pantaloni senza badare al come e perché, desideroso solo di stringerlo a me.
L’acqua fresca ci appiattiva i capelli sulla fronte e si intrufolava in ogni stretta, in ogni bacio. Era inebriante. La bocca di James mi scaldava la gola, il collo, le labbra e poi arrivava l’acqua a spegnere l’incendio. Caldo, freddo, caldo. Avevo i nervi a fior di pelle. 
Non fosse stato per la bolletta dell’acqua, sarei rimasto in quel momento per tutta la notte.

7.
James era prepotente anche a letto. Prevedibile. Lui diceva “Girati, metti le mani qui, stringimi, baciami” e tu dovevi seguirlo. Le sue mani mi guidavano verso i punti più sensibili, senza se e senza ma. Il cuoio capelluto mi pizzicava tanto stringevano le sue dita. 
Mi baciò finché non fu soddisfatto, finché non vibrai come una corda di violino per lui. Lui che si tendeva allo stesso modo e arricciava il naso quando il piacere era troppo da contenere e aveva gli occhi più languidi che avessi mai visto. Non si fermò neanche allora, non volle fermarsi e a me non passò neanche per l’anticamera del cervello di chiederglielo. 
Facemmo l’amore con la foga di chi ha perso tempo, senza tregua. All’alba i polsi ci facevano male e le cosce non ci reggevano neanche a gattoni. Condividevamo lo stesso spazio, in un letto troppo piccolo, lo stesso respiro, lo stesso battito. Dormire sembrava uno spreco, così rimanemmo svegli a bearci del reciproco calore.
 

COWT12

Mar. 7th, 2022 10:31 am
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M2
Prompt:
 004. Never give up. You're not a failure if you don't give up.
Titolo:
 Una ricerca impegnativa 
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: Soulmate!Au -> hai tatuato sul corpo le prime parole che ti rivolgerà la tua anima gemella  

Lo Starbucks era identico agli altri cinque che aveva visitato quel giorno. Perfino la clientela gli sembrava uguale: lo stesso business-man che entrava di fretta, ordinava quattro caffè doppi da portar via e lasciava la mancia senza guardare in faccia il barista; lo stesso gruppetto di studenti immerso nei propri studi ad un tavolo, con gli occhi fissi su uno schermo o sulla pagina di un libro; la stessa coppia di amiche che non sanno come spendere un pomeriggio libero se non con una tazza di cioccolata calda o un milkshake ai frutti di bosco.

Daniel sentì una fitta di scoraggiamento pungolargli il cuore. Portò una mano a sfregarsi sopra le costole, quella stessa mano che osservava ogni volta che aveva bisogno di una spinta. La guardò anche ora. Le linee del palmo facevano da righe alla scritta che tormentava i suoi sogni e che un giorno, sperava, lo avrebbe condotto dalla sua anima gemella. 

Strinse il pugno. Aveva qualcuno da trovare e se fosse stato necessario entrare in tutti gli Starbucks del paese, lo avrebbe fatto.

Il campanello appeso alla porta trillò quando lui l’aprì e il familiare odore di caffè tostato investì Daniel in un caldo benvenuto. Il barista dietro il bancone, un ragazzo allampanato con i riccioli castani e occhiali dalla montatura sottile, lo salutò subito con un “Benvenuto da Starbucks, cosa prende?”

La frase a lui più familiare di tutte, quella che impregnava i suoi sogni e le sue speranze, quella tatuata sul palmo della sua mano. Le prime parole che la sua anima gemella gli avrebbe rivolto.

Il suo cuore, inguaribile ottimista, batté più forte. Daniel avrebbe tanto voluto non credere che questa volta sarebbe stata quella giusta, ma non poteva farci niente: una parte di lui si illudeva ad ogni nuovo barista e rimaneva puntualmente ferita quando si rivelava un flop.

Puntò spedito verso il barista. Inutile tergiversare, via il dente, via il dolore. Appena fu a portata delle sue orecchie e sue soltanto, scandì: “Sei tu?”

Il barista, Ian diceva la sua targhetta al petto, lo osservò confuso. Daniel vide la domanda “Ti conosco?” formarsi sulle sue labbra, prima che gli mettesse il palmo davanti agli occhi. A quel punto gli occhi gli si spalancarono di comprensione.

Daniel attese trattenendo il fiato. Ian sembrava una brava persona. Era carino, con l’ombra di qualche lentiggine sul naso e quell’aria da intellettuale mancato. Belle labbra, da baciare. 

Ian, però, strinse le labbra in un sorriso mesto, di certo non quello che gli avrebbe rivolto se avesse appena trovato la metà mancante della sua vita. Il cuore di Daniel si contorse come un gattino bagnato. 

“Spiacente amico, io sto aspettando che qualcuno ordini un latte macchiato doppio, extra cacao, extra schiuma.”

La delusione gli piovve addosso nonostante tutto, nonostante la prudenza e l’allenamento, nonostante ormai avrebbe dovuto esserci abituato. Ritirò la mano, abbassò lo sguardo. 

"Un frappuccino." Pigolò. Non era solito ordinare qualcosa dopo l’ennesimo buco nell’acqua, non aveva così tanti soldi da buttar via, ma adesso ne sentiva il bisogno fisico. O così, o sarebbe scoppiato a piangere di frustrazione di fronte al barista, ordinandogli di chiamare a raccolta tutti i suoi colleghi. 

Ian gli mise sotto il mento la sua ordinazione, più un altro piattino con un donut sopra.

"Offre la casa."

Daniel affondò i denti nella ciambella e il suo gusto dolce fu un balsamo per l’anima spezzata.

Ian ancora indugiava di fronte a lui, guardandosi intorno con le belle labbra tirate. Si chinò per appoggiare i gomiti sul bancone, come avrebbe fatto per parlare con un amico.

“Non te ne è capitato uno facile, eh?”

Poteva dirlo forte. Quanti Starbucks c’erano in città? E nella regione? E quanti dipendenti? Dio, chi gli diceva che si trovassero nello stesso stato? Daniel si rituffò sul suo donut.

“Non lo troverò mai.” Si lasciò sfuggire, in un picco di sconforto. Lasciò perdere la ciambella, optando per un sorso caldo di frappuccino.

“Ma no, ma no, vedrai che lo troverai. Non ti arrendere.” Ian battè due manate sul bancone, poi si accorse dello sguardo assottigliato di un collega con una fila di clienti davanti. Lo lasciò con “Buona fortuna.” e corse alla cassa.

Daniel finì il suo frappuccino, cercando dentro di sé la forza a cui si era sempre appellato. Doveva guardare i lati positivi: un candidato in meno, il cerchio si stringeva. In più, ora aveva un delizioso frappuccino e un donut a scaldargli la pancia. 

Sì, era stanco. Ma l’alternativa qual era? Mollare tutto? Rinunciare alla sua anima gemella? Era un fallimento che non avrebbe accettato. 

Si allontanò dal bancone, andando a pagare. Ian gli offrì davvero lo spuntino e così Daniel gli lasciò una bella mancia nel barattolo. Augurò buona fortuna anche a lui. 

Per quel giorno ne aveva avuto abbastanza, decise. Il giorno dopo si sarebbe rimboccato le maniche. Ce l’avrebbe fatta.  


COWT12

Mar. 6th, 2022 02:03 pm
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Scadenze importanti
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

La riunione degli ex studenti era uno di quegli eventi che tutti odiavano ma a cui, inspiegabilmente, finivano per partecipare. Derek l'aveva vissuta come una scadenza nella sua vita: per la riunione avrebbe dovuto avere un lavoro ben retribuito, una casa di proprietà o almeno in cui viveva senza i suoi genitori e una relazione definibile seria e significativa. 
Aveva sentito delle voci che dicevano che, alla riunione dell'anno precedente al suo, Mark Moldridge aveva chiesto alla sua ragazza di sposarlo proprio lì, sbattendolo in faccia a tutti. 
Aveva dunque dieci giorni per procurarsi ciò che gli serviva.

COWT12

Mar. 6th, 2022 01:51 pm
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Alla fine del viale
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

"Vedi le aiuole con i fiori blu?"
Antonio sospirò. "Le vedo."
"Bene, vai avanti di altri venti passi."
La cosa cominciava ad essere ridicola. Si era allontanato da casa di non più di cento metri e ci erano voluti quindici minuti grazie alle indicazioni criptiche del suo ragazzo.
"Hai raggiunto il cartello di svolta obbligatoria?"
Dio santo. "Sì."
"Gira a destra."
"Ringrazia che non ci vediamo da tre mesi."
La risata di Mariano gli scaldò il cuore. Antonio superò il segnale stradale e si guardò intorno. Alla fine del viale un ragazzo tentava di nascondersi dietro un mazzo di rose.

COWT12

Mar. 6th, 2022 01:11 pm
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Alla stazione
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

Il treno era in ritardo. Aron avrebbe dovuto aspettarselo, ci era abituato. Sul tabellone i dieci minuti lampeggianti diventarono quindici. Aron represse un ringhio di frustrazione.
Il cellulare gli squillò nella tasca dello zaino. Lo recuperò in fretta, con il presentimento di sapere chi lo stava chiamando. 
Rispose a Josh allontanandosi dalla folla.
"Ehi, dolcezza."
"Ciao, tesoro." La voce di Josh era impregnata della sua stessa felicità, così come di un pizzico di frustrazione. "Farò un po' di ritardo."
"Sì, lo so." Aron fulminò il tabellone degli arrivi con lo sguardo.
"Ma presto sarò da te."
"Non vedo l'ora."

COWT12

Mar. 6th, 2022 12:44 pm
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 All'aeroporto
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

L'aeroporto era più elegante di quanto si sarebbe aspettato. E più grande, Connor aveva fatto bene ad arrivare con un'ora d'anticipo, considerando che ne aveva impiegata mezza solo per trovare l'uscita del gate giusta. L'altra mezz'ora era stata impiegata nel negozio di souvenir più vicino, per comprare un bel peluche e un bracciale di conchiglie; poi al bar in attesa di un moccaccino con una spruzzata di cacao.  
Connor attendeva seduto, passando tra e dita il braccialetto alla ricerca di informazioni. Un bacio sulla nuca lo sorprese all'improvviso.
"Ciao, amore mio."
Connor sorrise.

COWT12

Mar. 6th, 2022 12:36 pm
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Riunione d'emergenza
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

Il telefono vibrò nella sua tasca per la settima volta. I fianchi di Dru erano diventati abbastanza sensibili da non rimanerne indifferenti. Sospirò un gemito direttamente nella bocca di Vick. 
Anche lui gemette, aggrappandoglisi alle spalle. 
"Scusa, devo vedere." Dru si scusò all'orecchio, mordicchiandolo. "Potrebbe essere importante."
"Se è importante, chiameranno."
Tirò fuori il cellulare a fatica e con ancora più fatica lo sbloccò.
Il messaggio "Riunione d'emergenza" campeggiava sullo schermo.
Dru si morse le labbra e non ebbe il coraggio di guardare Vick. "Devo andare"
Vick gli strinse i capelli sulla nuca. "Prima finisci quello che hai iniziato."

COWT12

Mar. 6th, 2022 12:24 pm
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Una riunione attesa
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

Ora che aveva tolto gli auricolari, il treno sferragliava in maniera fastidiosissima. La banchina comparve al di là del finestrino e il treno rallentò ancora di più, le rotaie che fischiavano. Sulla banchina spuntarono le prime macchie di colore, valigie e pendolari. 
Nick aguzzò lo sguardo. Il respirò accelerato si condensava sul vetro. Con un ultimo scossone, il treno si fermò.
Nick volò giù dal vagone, quasi inciampando sul gradino. Laurence era lì per afferrarlo. Affondare il viso nella sua sciarpa pregna del profumo di agrumi fu la gioia più grande delle ultime settimane. Non aveva aspettato altro dalla partenza. 

COWT12

Mar. 6th, 2022 12:00 pm
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Sessioni clandestine
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

Elia sfidava chiunque a trovare i bilanci di fine mese realmente interessanti. D'altronde, era convinto che non si diventasse contabili per passione, ma per convenienza. 
Quelle riunioni comprendevano una quindicina di persone, che parlavano a turno di cose che già tutti sapevano, mentre gli altri fingevano di non essere a un passo dall'abbraccio di ipno. 
Elia aveva convertito quell'ora e mezza sprecata della sua vita in una sessione di disegno. Il suo romanzo illustrato procedeva più spedito che mai. Doveva solo fare attenzione a non far scorgere ai suoi colleghi ciò che realmente riempiva i suoi fogli.

COWT12

Mar. 6th, 2022 11:48 am
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 La nascita di una fata
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

Il giardino vibrava quel giorno. Le fronde dell'albero di ginko si muovevano sotto una spinta diversa da quella del vento, entusiaste. 
Caroline si avvicinò in punta di piedi al ramo più basso, attenta a non calpestare le bacche cadute. Risate cristalline le riempirono le orecchie.
Tutte le fate del suo giardino erano riunite per quell'evento e l'avevano invitata - che onore! La nascita di una nuova fata non era qualcosa di tutti i giorni. 
Mimi le si avvicinò svolazzando e le fece segno di avvicinarsi. Caroline si sollevò sulle punte. Una gemma si schiuse davanti ai suoi occhi.

COWT12

Mar. 6th, 2022 11:37 am
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Pessima idea
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: Werewolf


"Billy, cosa esattamente ti ha fatto pensare che volessi il branco alla mia festa di compleanno?" Cosa? Cosa? Per quanto riguardava Camillo, le riunioni del branco erano l'evento più infausto dell'anno. Non ne voleva una per il suo compleanno, grazie tante.
Billy non sembrava aver afferrato quel punto, anzi: la sua espressione confusa era sincera tanto quanto quella che aveva fatto davanti agli integrali di matematica. 
"Pensavo ti avrebbe fatto piacere. Ti vogliono bene."
Quasi non gli scoppiò a ridere in faccia. Si infilò le dita tra i capelli, tirando e sperando di svegliarsi da quel brutto sogno.

COWT12

Mar. 6th, 2022 11:28 am
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Spiagge non molto affascinanti
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

La spiaggia di Santa Monica appena fuori Charleston faceva schifo. E David lo diceva con tutta l'oggettività del mondo. La plastica, che comunque abbondava, era l'ultimo dei problemi. Bottiglie di vetro, mozziconi di sigarette e poltiglie grigiastre non meglio identificate costellavano la sabbia. 
La riunione d'emergenza di SaveSea aveva più senso ora, così come la ricerca straordinaria di soci da arruolare. 
Nell'inseguire la sua cotta, David si era ritrovato suo malgrado coinvolto in quello slancio di ambientalismo, tuttavia ora si stava chiedendo se ne valesse la pena. Era un misero modo di trascorrere il sabato sera.

COWT12

Mar. 6th, 2022 11:20 am
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Collegio docenti
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

In teoria, la riunione del collegio docenti doveva tenersi una volta al mese. In teoria. Nella pratica, quella schizzata della preside fissava talmente tante riunioni straordinarie, per i motivi più stupidi, che ormai ci si aspettava di dovervi partecipare almeno un paio di volte a settimana. 
Chris odiava dovervi prendere parte, soprattutto perché nel novantotto percento dei casi ciò di cui si discuteva non lo toccava neanche alla lontana. 
La "dad" era stata una svolta positiva in tal senso. Tutto quello che doveva fare era connettersi, salutare e chiudere la telecamera. Per il resto, aveva un fantacalcio da portare avanti.

COWT12

Mar. 6th, 2022 11:11 am
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Amica
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

Il tappeto gli solleticava i piedi nudi. L'aria sapeva di pioggia. Il bambino osservava attraverso i pannelli di carta di riso le ombre dei rami spogli degli alberi che si protendevano al cielo. 
Un'ombra diversa comparve davanti ai suoi occhi. Una figura si muoveva elegante verso l'entrata della casa. 
La pantera aveva il manto nero già bagnato dalle prime gocce d'acqua. Si muoveva flemmatica e padrona della situazione, non c'era traccia dell'agitazione scalpitante del cucciolo che era stata. 
Il bambino allungò una mano e eli andò a posargli il muso in grembo.
"Bentornata, amica." 

COWT12

Mar. 6th, 2022 11:03 am
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Ritardo
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

L'orologio sul cruscotto segnava le 8:12. Ben Greesly avrebbe dato la sua nuova griglia professionale da campo per far sì che quei dodici minuti scomparissero, e i il set coordinato di utensili da cucina perché il tempo tornasse indietro di mezz'ora. 
Qualcuno alla sua destra suonò il clacson. L'ennesimo della mattinata, non vi badò. Era in ritardo per la riunione più importante dell'anno e della sua vita probabilmente. Di certo, l'ampiezza del suo portafogli dipendeva da quanto avrebbe saputo affascinare i nuovi investitori e finora non poteva dire di star facendo una buona impressione.

COWT12

Mar. 6th, 2022 09:50 am
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Caffè e terremoti
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

Quella riunione era stata un vero strazio. Adam aveva sperato in un una piccola scossa di terremoto, a un certo punto. O che l'allarme antincendio si inceppasse. Niente di troppo grave, solo a sufficienza per interrompere la riunione e farli alzare da quelle maledette sedie che - Adam poteva confermare per la sua - avevano preso la forma dei loro culi. 
Tornò alla sua scrivania e ci camminò intorno per un po', sgranchendo le gambe. Stava valutando di trastullarsi un altro po' davanti la macchinetta del caffè, quando si accorse del bicchiere sul tavolo: un angelo aveva già provveduto a lui.
 

COWT12

Mar. 6th, 2022 09:47 am
Settimana: 3 e mezzo
Missione:
 M3
Prompt:
 Riunione
Titolo:
 Tempismo e passione non vanno d'accordo
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

La porta dell'ufficio del capo reparto era un capolavoro di arte moderna, che ben si addiceva al museo dove si trovava. Di vetro smerigliato, mescolava colori e forme in un vortice ipnotico che rapiva lo sguardo. Abbastanza elaborato da non permettere di guardare dentro la stanza, però, dava l'impressione che sarebbe andato in pezzi al tocco appena un po' più brusco del necessario. 

Adam tremò di panico, quando Lori ce lo sbatté contro, per poi spalmarsi su di lui. Il suo ragazzo era famelico e gli si avvinghiava addosso come se volesse farli fondere alla porta in un'opera indecentemente maestosa.

"Lori, amore." Liberare la bocca per poche parole fu un'impresa. "Ho una riunione fra dieci minuti."

La riunione per il budjet annuale, in cui si sarebbe premurato di segnalare l'esigenza di sostituire la sua porta. Era pronto a scommettere che l'avevano già crepata. 

Il suo ragazzo non diede segno di averlo sentito. Scese con le labbra oltre la fossetta tra le clavicole, cominciando a slacciare i bottoni della camicia.

"Lori, la riunione." 

"Farai tardi."

Le proteste di Adam vennero zittite da un nuovo, violento bacio, prepotente e testardo, che lo rispedì addosso alla porta.


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