![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Settimana: 2
Missione: M2
Prompt: 7. Equilibrio
Titolo: Un nuovo gioco
Fandom: Originale
Rating: sfw
Warning: /
Note: /
Il momento più tranquillo al Giglio Rosso era indubbiamente il primo pomeriggio, quando tutti erano ormai svegli e attivi, ma era ancora troppo presto per prepararsi per un’altra sera di lavoro. Sfortunatamente, quelle erano anche le ore più calde della giornata e l’estate torrida non invogliava certo ad uscire. I ragazzi si tenevano occupati come riuscivano al chiuso, decidendo a sorte chi mandare in strada per le commissioni.
Quel particolare giorno, Hinni e Yalo erano tornati dal centro-città con un pacco non richiesto. Hinni lo stringeva al petto sprizzando gioia da tutti i pori, mentre Yalo indossava la solita indifferenza, se non una punta di fastidio.
Attratto dal sorriso di Hinni, Kiro si era avvicinato per chiedere di cosa si trattasse.
A quanto pareva, il ragazzo era riuscito a farsi vendere a metà prezzo un gioco molto di moda nella capitale in quel momento, che non vedeva l’ora di provare.
“Vuoi giocare con noi, Kiro?”
Ovviamente voleva giocare, se era Hinni a chiederlo.
Così si erano trovati tutti e tre, i ragazzi più giovani del Giglio Rosso, nella camera più fresca delle tre, quella di Yalo - per suo sommo dispiacere.
“Si può giocare al chiuso?” Aveva chiesto Kiro, guardando Hinni tirar fuori dalla scatola una serie di corde colorate e robuste, simili a quelle usate dai marinai. Ce n’era una quantità sufficiente per fare il giro della stanza due volte. Di certo non era questo che si aspettava.
“Sì, purché ci siano dei buoni appigli.” Hinni batté la mano sulla colonna del letto a baldacchino e, vicino a lui, Yalo fece un verso di protesta.
“Se graffiate qualcosa, lo verniciate di nuovo."
“Come si gioca?” Chiese Kiro, a cui non poteva importare di meno delle condizioni in cui avrebbero ridotto quella stanza.
“Le corde vanno tese per tutta la stanza, in qualsiasi direzione vogliate. Credo che quindici,” girò la testa da una parte all’altra per un paio di volte, “sì, quindici corde vanno bene.”
Diede loro le corde, poi pescò dalla scatola un dado a sei facce. “Uno alla volta, lanciamo il dado e il numero che esce è il numero di corde che dobbiamo riuscire a toccare contemporaneamente. Chi non riesce, perde.”
Sembrava facile. La camera non era poi così grande. Kiro tese una corda dal baldacchino del letto al pesante armadio in un angolo, sotto lo sguardo d’approvazione di Hinni. Poi Yalo appese una corda all’appendiabiti e la lasciò cadere in verticale, rasente muro, lontano da tutto il resto, e capì qual era la vera difficoltà del gioco: gli avversari.
Messe le quindici corde, divenne difficile camminare senza chinarsi ed iniziarono subito il gioco. Kiro e Yalo se la cavarono bene il primo turno, ma Hinni pescò subito un sei.
Kiro era già pronto a consolarlo, quando questi gli fece letteralmente strabuzzare gli occhi issandosi sopra una corda tesa al centro della stanza.
L’armadio cigolo un po’, ma non si mosse e Hinni mantenne un perfetto controllo e ed equilibrio, un piede davanti l’altro sulla fune, le braccia allargate a toccare altre corde. Riuscì davvero a toccarne sei, compresa quella su cui camminava.
Non scese più da lì, giocando da quel momento in poi senza toccare terra. Kiro non riusciva a smettere di guardarlo, era ipnotico.
“Dove hai imparato?”
“Ho lavorato in un circo, da bambino.”
“Eri un acrobata?”
“No, ero l’assistente del mago,” Hinni gli fece l’occhiolino, “ma gli acrobati avevano un debole per me e mi hanno insegnato qualche trucchetto. Vuoi provare?”
Kiro prese la mano che gli veniva offerta senza pensarci, per poi rendersi conto di dover salire effettivamente sulla corda, e soprattutto rimanerci. Prese lo slancio, tese ogni muscolo del corpo che gli rispose, ma finì comunque per perdere l’equilibrio e cadere dall’altra parte, trascinando con sé Hinni. Avvampò, mormorando scuse.
“Non fa niente, non viene mai al primo colpo. Riproviamo.”Il gioco dimenticato, passarono la seguente ora così, con Kiro instabile su una corda, Hinni che cercava di reggerlo e Yalo che si godeva lo spettacolo stravaccato sul suo letto. Sentì di essere riuscito a stare in equilibrio, a un certo punto, ma la tentazione di appoggiarsi a Hinni era più forte di qualsiasi senso di gloria. Rimase appoggiato a lui per tutto il tempo.