Feb. 16th, 2022

COWT12

Feb. 16th, 2022 07:44 pm
Settimana: 1
Missione:
 M2
Prompt:
 Successo
Titolo: 
Il segreto del successo
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: / 
Note: /

Il campanello trilla e la porta sbatte sul retro della vetrina, un boato che fa saltare sull’attenti ogni cliente del negozio. La figura imponente di un uomo che non si è risparmiato con gli sport da bambino si accartoccia su se stessa, sotto il peso dell’imbarazzo. Il nuovo venuto accompagna il pomello alla serratura con rinnovata gentilezza e marcia dritto verso il bancone a testa bassa.

Bea è lì ad aspettarlo.

Per tutto il tempo che impiega a finire di servire la signora che lo precede, incassando i soldi e impacchettando le erbe con la memoria dei gesti usuali, non lo perde un attimo di vista. E’ sicura che si tratti di quel tipo di cliente. Adora quel tipo di cliente. 

L’uomo tortura a intervalli regolari le labbra screpolate e l’orlo della giacca grigio antracite con dita nervose. Fa saettare gli occhi da uno scaffale all’altro, senza fermarsi su niente in particolare, e li distoglie subito appena incontrano quelli di qualche altro inventore. O quelli di Bea. Non si azzarda proprio a ricambiare il suo sguardo. Si vergogna. E’ forse timido? O solo altezzoso ma al contempo disperato? Le piace pensare che sia timido. Un timido omaccione in completo elegante alla ricerca di qualcosa di davvero speciale.

Saluta la gentile signora che ha appena acquistato metà della sua scorta di lavanda e si apre nel più entusiasta dei suoi sorrisi.

L’uomo è davvero alto, Bea deve alzare il mento per arrivare a guardargli il viso. E ancora non è ricambiata.

<Buongiorno e benvenuto!> Trilla anche lei, cristallina come il campanello, e forse un po’ troppo forte. <Come posso aiutarla?>

Il timidone la guarda per un breve, impegnativo secondo. Una vittoria.

<Buongiorno, sì.> Borbotta un po’, si guarda intorno. Borbotta ancora. <Sto cercando una pozione che possa aiutarmi.>

<Allora è nel posto giusto! Abbiamo una vasta scelta e sono sicura che riusciremo a soddisfarla.> Bea sorride un po’ di più. Può tirare ad indovinare: a quel tizio serve coraggio liquido, o una bella botta di autostima. Una seduta di terapia, in alternativa, ma i rimedi che offre lei sono più economici.

<Vede…> Comincia lui e lo sguardo gli si ferma su qualcosa alle sue spalle; la manciata di asfodeli essiccati, forse, o la treccia di spighe di grano e farfalle impagliate. <Vorrei avere successo nel mio lavoro. Sono un rappresentante farmaceutico.> Le mostra il proprio biglietto da visita recuperato dal taschino della giacca.

Bea non si sforza di nascondere la propria sorpresa. Un rappresentante farmaceutico, quello lì? Non ci avrebbe scommesso mezzo soldo. 

<...E so fare il mio lavoro, insomma credo di essere abbastanza bravo, ma c'è questo collega… I suoi rapporti sono migliori dei miei e fra poco ci saranno le consegne dei premi aziendali…>

Il rappresentante farmaceutico timido-ma-non-troppo snocciola giustificazione come se si trovasse davanti al suo capo e Bea comincia a capire perché gli serva una pozione.

Interrompe la sua tiritera con un secco <Ho quello che fa per lei.> E lo lascia lì al bancone, rifugiandosi nel retrobottega. Se è successo che vuole, successo gli darà. E magari gli chiederà anche il numero.


cowt12

Feb. 16th, 2022 07:47 pm
Settimana: 1
Missione:
 M2
Prompt:
 Creatività 
Titolo:
Amore a pelle
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: / 
Note: Soulmate!AU --> Ciò che scrivi/disegni sulla tua pelle compare istantaneamente anche sulla pelle della tua anima gemella

Anna gli fissava le braccia scoperte da un quarto d'ora buono ormai. Ad ogni cliente del Mc Donald's che passava al fianco del loro tavolo, con il proprio vassoio in mano, cadeva l'occhio nello stesso punto. Felix non li biasimava. Anche lui si sarebbe ammirato per ore e lo faceva, in effetti, di sera appena tornato a casa, davanti allo specchio del bagno e semplicemente steso a letto, si accarezzava la pelle con tocco delicato e sorrideva al vuoto.

Un piccolo brivido gli fece formicolare le dita. La patatina che si stava portando alla bocca gli cadde di mano, ma non ci fece caso. Tutt'a un tratto emozionato, allungò il polso verso Anna, così che potesse vedere meglio. 

Lì dove spuntava la collina ossea del polso, accanto ad un minuscolo neo tondeggiante, comparve un svolazzo nero, poco più di una virgola abbozzata. Comparve dal nulla, senza che Felix facesse alcunché, come se fosse risalito da sotto la pelle. La virgola si allungò in un cerchio non del tutto chiuso, poi comparve un altro cerchio concentrico e un altro ancora, e rivoli d'inchiostro lungo tutto il dorso della mano, a intrecciarsi con le vene e disegnare nuovi tendini. Nel giro di tre minuti, sulla sua mano c'era uno stagno le cui acque erano state disturbate da una foglia caduta, un gioco di cerchi e ombre così realistico che Felix sentì l'impulso di afferrare un tovagliolo per asciugare la pelle.

<Porca miseria.> Anna era comprensibilmente colpita e osservava rapita il disegno. Aveva avvicinato le dita, ma poi le aveva fermate a pochi centimetri di distanza, non azzardandosi a toccarlo.

Felix la incoraggiò con un colpetto. <È bravo, vero?> Chiese, orgoglioso. Più che orgoglioso, fiero che se ad aver tracciato quelle linee fosse stato lui stesso.

<Sicuro.> Annuí lei, ricalcando con la punta dell'indice un'onda. <Dunque… un artista?>

<Proprio così.>

<Che diavolo ci trova un artista in te?>

<Ehi!>

Anna schivò la patatina che le voló contro e alzò le mani. <Dico solo che non ti vedo un pennello in mano dalle scuole elementari. È un destino curioso.>

Non poteva dissentire e in un certo senso Felix si sentiva in difetto, ma solo per non poter ricambiare. La sua anima gemella, chiunque egli fosse, gli regalava ogni sera meraviglie su pelle, passaggi mozzafiato ed esplosioni di fiori. E sapeva, sentiva nel suo intimo che quei bellissimi disegni erano per lui, solo per lui. Avrebbe ricambiato volentieri, se solo fosse stato capace di tracciare due linee dritte.

<Lo porterò a vedere tutte le gallerie d'arte che vorrà.> Mormorò fra sé, come ogni volta che provava ad immaginare quel futuro sfocato ma luminoso. <Anzi, allestirò una galleria d'arte solo per lui, così potrà esporci le sue opere.> 

<Ahhh, se ti sentisse la maestra Sandrina.> Lo prese in giro Anna. Felix si riprese la propria mano con una linguaccia.

<Hai già iniziato a cercarlo?>

<Non ancora. Abbiamo deciso di aspettare l'estate, senza la scuola di mezzo potremo spostarci più liberamente.> 

Non vedeva l'ora. Aveva già iniziato a risparmiare. Intanto, era felice di godersi il suo corpo diventare un'opera d'arte.


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