Missione: M2
Prompt: Fede
Titolo: La più spettacolare delle favole
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /
Dagli appunti sulla dottrina dell’Ascesa del Visconte Antonio Ilizio Secondo - Biblioteca privata della Reggenza in Esilio
[…] Più viaggio in questi miei anni di vecchiaia, più paesi e popoli e culture imparo a conoscere, più mi convinco che tra le grandi opere che l’uomo è ed è stato in grado di immaginare, la più impressionante è la religione. O le religioni, a dir si voglia, ce ne sono così tante a questo mondo.
La cosa che più mi affascina, però, è il grado di complessità e inventiva raggiunto. Una tale ragnatela di bugie e illusioni, dolci come il miele, da attirare ogni esule che abbia orecchie per ascoltare il suo canto.
Non esistono prove empiriche o tangibili che anche una sola delle centinaia di dottrine che riempiono le bocche dei monaci di città e campagne sia reale. La fede è il pilastro di ogni tempio, ma cos’è la fede se non la volontà di credere in una favola? C’è davvero differenza tra i racconti sussurrati ai bambini per farli dormire sonni tranquilli e i dogmi che i Santi inseguono apparentemente per lo stesso motivo?
Ciò che un credente è disposto a fare per la sua fede è spaventoso.
Sono stato un soldato, in un battaglione tra i più onorevoli, al servizio di un comandante il cui carisma invidio tutt’ora. Per quell’uomo ho combattuto, ho sofferto e sarei morto. Ho dato i miei anni migliori alla sua causa. Per quell’uomo ho strappato vite come erbacce da un giardino, in nome della pace e del progresso del regno. Ma un credente, in nome di cosa farebbe tutto ciò? Dove sono le sue assicurazioni? Chi dice che sia giusto?
Ho un nipote che presto intraprenderà la strada per diventare un Santo dell’Ascesa. Mi sono sforzato di capire le sue motivazioni religiose, o intime, ma ci sono favole migliori a cui credere e per cui buttare la propria vita.
L’addestramento per diventare Santi dura ventuno anni. Ventuno lunghissimi anni. E le sue prove cominciano ancor prima di varcare le porte del Santuario.
Gli aspiranti novizi vengono condotti ad un banchetto sontuoso. Li fanno mangiare come maiali, li ingozzano di ogni prelibatezza immaginabile. Poi dicono loro: “Questa sarà l’ultima volta”.
La seconda tappa sono le case del piacere. Ogni aspirante giace con una bellissima donna, un uomo, un uomo e una donna, un plotone di vergini, qualsiasi cosa preferisca. Poi dicono loro: “Questa sarà l’ultima volta”.
All’alba, vengono portati di fronte ai portoni del Santuario.
“Ora sapete a cosa rinunciate”.
Solo pochi decidono di oltrepassare la soglia.
Ventuno anni di addestramento. Di umiliazioni e di duro lavoro, di faticosi studi e di penitenza. In nome di una fede intangibile.
No, preferisco immaginare che ci siano altre ragioni, più forti, che non ti facciano rinunciare a metà strada. I privilegi, il potere. Un premio terreno prima di quello spirituale.
Mi chiedo se quel mio nipote riuscirà nella sua lenta salita. Mi chiedo a cosa si aggrapperà nelle notti disperate, quando chiamerà il nome degli dei e nessuno risponderà.
Chi diventa davvero un Santo? I veri devoti e i veri ambiziosi.