Settimana: 5
Missione: M3
Prompt: Road trip
Titolo: Ambiente ostile
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /
Missione: M3
Prompt: Road trip
Titolo: Ambiente ostile
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /
Dentro il carro coperto faceva un caldo bestiale. Ailo sentiva le goccioline di sudore colargli dalle tempie al collo, fino a bagnare una tunica più umida che asciutta. Tutto il ghiaccio si era sciolto più di un’ora prima e l’acqua non dava più alcun ristoro. Inutile anche sventolarsi con i registri della contabilità: l’aria era pregna di calore come sotto alle coperte pesanti di un letto invernale.
Si sollevò dal suo giaciglio di cuscini, anch’essi zuppi, per sollevare un lembo del tessuto che lo divideva dalla cassetta del guidatore. Se dentro il carro il caldo era bestiale, fuori mozzava il fiato. I raggi del sole che arrivarono a lambirgli le dita erano spietati, ogni respiro rovente.
Nakia, seduto mollemente sulla panca consumata, redini in mano e cappello dalla tesa larga come unica protezione, canticchiava una canzoncina nella sua lingua madre e sembrava molto meno provato di lui.
<Dove siamo?>
Ailo sperava di sentirsi rispondere “Vicini alla meta” o “Fra cinque minuti arriviamo”; il paesaggio che li circondava, però, si faceva beffe di lui e delle sue speranze. Il deserto era l’orizzonte, tutti gli orizzonti.
Un deserto strano, Ailo ne era rimasto perfino affascinato per i primi quindici minuti di tragitto. Non sabbia, ma dura pietra senza spaccature per centinaia e centinaia di pietre, con dune frastagliate e improvvisi monoliti che spiccavano verso il cielo come dita protese verso la pioggia. L’erba era un’utopia, le uniche piante dei rampicanti avidi di ombra, dal colore lattiginoso e l’odore nauseante. Millenni di carovane che calpestavano la terra avevano tracciato delle strade più scure e levigate sulla superficie del deserto, ma a parte questo il paesaggio era uniforme quanto il cielo, statico, morto. E caldo, dannatamente caldo.
L’inferno me lo immagino così.
<Siamo a un paio d’ore dall’oasi di Sardaukar.> Rispose Nakia, girandosi appena per concedergli un’occhiata impietosita e un mezzo sorriso con fossetta. <Vedi quella catena di colline laggiù?> Indicò una manciata di dune a est, che Ailo non trovava diverse dalle altre centinaia che li circondavano. <Sono le Monir Martakar, le Piccole Punte. Ci indicano la direzione per l’oasi. Da Sardaukar ci vorrà un’altra giornata e mezza minimo per Porto-Luce.>
Ailo gemette. Due giorni ancora sotto quel sole, a calpestare una terra fuori dalle grazie di dio fino a rinsecchirsi.
<Ti prego, dimmi che faremo una sosta a Sardak-Sarduk… all’oasi.>
<Faremo una sosta.>
Ailo si sporse un poco per controllare il viso di Nakia, per coglierlo in fallo. Non di rado gli diceva ciò che voleva sentirsi dire, indipendentemente se fosse vero oppure no. La luce gli incendiò le guance e tornò a ripararsi sotto la copertura del carro.
Si era scottato abbastanza il primo giorno, sottovalutando gli avvertimenti del suo compagno e del resto della carovana e rimanendo a cassetta con Nakia. La sua pelle deliziosamente pallida, di cui si faceva vanto, era diventata rossa nel giro di un paio d’ore. Poi aveva iniziato a dolere, un fastidio placato solo con degli unguenti oleosi di cui tutti sembravano avere una scorta. A quel punto aveva preso a pizzicare in maniera insopportabile, tanto che Ailo si sarebbe scorticato vivo se Nakia non avesse tenuto impegnate le sue mani in altro modo.
Era stato bandito dal dovere di guidatore e il suo compagno si era preso carico dei suoi turni. Lui, con la pelle spessa e olivastra che si trovava e la costituzione forgiata negli ambienti afosi delle Lande del Sole, non correva troppi rischi.
<Hai detto un paio d’ore?> Ailo pensava. Si stava annoiando. L'acqua fresca era finita, il deserto neanche per sogno.
<Sì.> Confermò Nakia.
<Allora fatti dare il cambio e vieni dentro.>
Nakia lo guardò. I cavalli erano ben addestrati, tenevano la direzione naturalmente.
Lui interpretò bene le sue intenzioni. <Dovremmo aspettare di arrivare all’oasi, non ci fa bene perdere liquidi in quel modo.>
<Tanto perdiamo liquidi comunque.> Ribatté Ailo. <Appena arrivati all’oasi ci disseteremo. Ora, vieni dentro.> Allungò due dita a sfiorargli la parte bassa della schiena, giù fino a dove c’era pelle da accarezzare.
Nakia chiamò un altro guidatore.