![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
22/10
Chiesa del Rame di Ottima Qualità
LISTA MAGENTA
5 – Insegna al neon
Un posto familiare
Il Griffith è più familiare di casa sua ormai. Della casa nuova, ancora così impersonale e distante, uscita da un catalogo. E della vecchia, ormai spogliata di tutte le schegge di vita che la rendevano sua, vissuta, ammaccata, calda e confortante.
Ora è il Griffith il suo album dei ricordi. Il vecchio pub in centro, all’incrocio con la strada del parco, con la buona musica che parte dalle dieci di sera e il bancone in legno impregnato di troppi odori per distinguerli.
Il terzo tavolo a partire dalla porta della cucina? A sei anni ci ha sbattuto contro di testa e ci ha lasciato incastonato un dente. Grazie al cielo non si ricorda di quel trauma.
La birra alla spina? La sua prima pinta, una bionda. Gliel’aveva offerta Juls. A metà bicchiere già si reggeva storto sulle gambe e da quel momento non se l’è sentita di scollare il culo dallo sgabello per tutta la sera.
Al tavolo da biliardo ha vinto almeno cinquanta euro, e persi cento. Non che tenesse il conto, mai tenere il conto se sei in perdita; lo ha imparato lì.
La piccola scritta al neon “Griffith” su una parete, copia dell’insegna ben più grande appesa fuori? Sotto quella scritta ha baciato Juls per la prima volta. Ha chiuso gli occhi perché la luce gli dava fastidio e si è dimenticato di riaprirli perché, dio, cosa non era baciare Juls, già dalla prima volta.
Tornare al Griffith significa tornare a casa. Tornare al Griffith significa pensare a Juls. È così familiare, che potrebbe essere il riassunto della sua vita. Il Griffith. Juls.