COWT13

Mar. 13th, 2023 06:37 pm
[personal profile] nemi23
Settimana: 4
Missione:
 M4
Prompt:
 “tutti dentro” 
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /

Una contesa serrata

Nel Palazzo di Giada non si corre. Non corrono i servitori, perché correre è un'ammissione di colpa: si è in ritardo con i propri doveri e si finisce puniti per questo. Non corrono i clienti; perché dovrebbero correre, quando hanno il denaro per tutto il tempo del mondo? E non corrono neanche i ragazzi del piacere. Correre non è elegante, né raffinato. Non accende il desiderio e non valorizza le loro figure sinuose.
Di tanto in tanto, però, si può assistere a qualche eccezione.
Mael ha abbandonato il passo veloce tre corridoi fa e ora corre sul pavimento lucido e sui tappeti a fili corti, maledicendo i sandali che porta ai piedi, sottili, lenti e scivolosi. Per niente adatti alla corsa, ma ora ha bisogno di correre. 
Si arrampica su per le scale usando il corrimano come corda salvavita, supera le sale terrazzate e finalmente eccola là, davanti a lui, la camera Crepuscolo. La più bella del palazzo. Si rilassa quasi, nel vederla. Poi, a comparire nel suo campo visivo c’è anche Keya, e l’urgenza torna a farsi sentire.
È splendido, forse persino più di lui, vestito di veli smeraldini e con la pittura applicata ad arte sulle curve del corpo.
“Sciò! Sparisci, rosso! Sono arrivato prima io.” Tiene la voce forzatamente bassa, ma le urla si intuiscono comunque nei lampi dei suoi occhi.
Mael non si fa scoraggiare. Si apposta vicino alla porta e schiva tutte le manate violente che arrivano nella sua direzione. I pendagli che ha addosso risuonano a ogni scatto, e tanto basta per scoraggiare presto Keya, troppo preoccupato che il rumore finisca per disturbare l’ospite nella camera.
“Che ci fai qui? Non dovresti essere qui!” 
Mael stringe il pugno tra sè e Keya, poi indica l’altro ragazzo e rivolta il palmo in aria: “Faccio quello che fai tu”
“Non essere ridicolo” Keya prova ancora una volta a scansarlo come un insetto fastidioso, ma a lui basta farsi un po’ più in là. La cosa lo manda ancora di più in bestia. “Questo cliente non fa per te. Nessuna abilità basterà a compensare il tuo silenzio. Non ti permetterò di scontentarlo.”
Si tocca il mento e le labbra con un indice, poi intreccia le mani e si indica un orecchio con una smorfia “Meglio il silenzio dei tuoi acuti”. Scuote la testa, agita velocemente tre dita in direzione della stanza e poi le schiocca di fronte al brutto broncio di Keya  “Non tornerà se lo renderai sordo”.
“Nessuno si è mai lamentato della mia voce!” 
Una mano sul petto “Me ne lamento io”.
“Sparisci ho detto! Sono arrivato per primo, è mio.”
Una nuova voce si intromette nella discussione. “Da quando ce li scegliamo noi i clienti? Pensavo che funzionasse al contrario.” 
Mael si sente avvolgere da dietro da un braccio caldo e morbido di lozione, appena preceduto da un profumo speziato, di cannella e chiodi di garofano. Riconosce quella pelle con una piccola scossa al basso ventre. Rodi lo ha iniziato alle arti del piacere, lì al Palazzo di Giada, ormai tre anni prima. Il suo tocco gli è tutt’altro che sconosciuto, e ancora apprezzato.
“Santi e santoni, non anche tu.” La fronte di Keya si corruccia ancora di più. Con un po’ di fortuna, gli rimarranno le rughe. “Pensavo che i clienti fissi ti avrebbero tenuto occupato fino a sera.
“Ovviamente mi sono liberato per il mercante più ricco della Marca. Se Mastro Leto mi vorrà, sarò tutto suo.”
Mael sente il sorriso che è la sua firma in quelle parole. Con un angolo più tirato dell’altro, e le labbra appena discoste, come se stesse per rivelarti il più succulento dei segreti.  Si volta nel suo abbraccio e tira il primo pendaglio che gli capita sottomano per avere la sua attenzione.
Batte sua una sua spalla “Lasciami.” Si assicura che entrambi i ragazzi possano vederlo ruotare i polsi “Non me ne vado”
Allorché Keya apre bocca e fa per dargli fiato, e lo costringe a zittirlo con un pizzico. Conclude con gesti rapidi e stizziti “Ora entriamo, prima che arrivino altri”. Ed è lui a varcare la soglia per primo. 
Ovviamente lo seguono entrambi, oltre l’uscio e i pesanti tendaggi. 
Dentro, Crepuscolo è più che fornita di leccornie, manicaretti e bevande di ogni genere, candele profumate dall’intensità piacevole e flauti a cascata che suonano una melodia di sottofondo. Il letto circolare la fa da padrone, rubando per poco il ruolo a Mastro Saorsie, il padrone del palazzo. Questi si volta al sentirli entrare e non sembra troppo felice di vederli di già, ancora impegnato nelle trattative.
Mastro Leto è meno imponente di quanto la sua nomea suggerirebbe. Non ha né il fisico di un soldato, né quello di un ricco nobile, nè tantomeno di un erudito. A vederlo così, nell’atrio tra gli altri clienti, Mael lo avrebbe classificato come un contadino arricchito e sarebbe passato oltre, verso il magistrato di turno. Ora, invece, si assicura di essere in primo piano rispetto a Keya e Rodi, prima di inchinarsi. A dispetto dei saluti affettati e delle presentazioni degli altri due, lui si accompagna solo con un sorriso, il più lieto che riesce a fare. È facile, basta pensare al compenso. 
La gara è ufficialmente iniziata.

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