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Settimana: 2
Missione: M1
Prompt: Un personaggio si prende cura di un altro personaggio infortunato, malato, e/o bisognoso di conforto
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /
Missione: M1
Prompt: Un personaggio si prende cura di un altro personaggio infortunato, malato, e/o bisognoso di conforto
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /
Qualcuno morirà di sicuro
“Bloccati in una baita di montagna da una tormenta di neve, senza campo per i cellulari e con la corrente saltata. Hai idea di quanti libri gialli inizino con queste premesse?”
La nuova passione per i polizieschi faceva male al suo ragazzo, Nathan ne era ormai convintissimo. Colin era già ansioso di suo, aveva sbagliato a regalargli i primi romanzi.
Il weekend romantico che aveva pianificato si era velocemente trasformato in un susseguirsi di seccature prima, e in una potenziale causa di infarto per la sua dolce metà poi. Sperava almeno che la compagnia gli rimborsasse qualcosa.
Colin sfuggì al suo tentativo di abbraccio confortante per allontanarsi sul divano, verso l’angolo che dava sul resto del salotto in comune. Aggrappato allo schienale come un doccione, studiava il resto degli ospiti scocciati con occhi stretti.
“Qualcuno morirà di sicuro.”
Nathan sospirò e ricadde supino. “Non morirà nessuno. Cerca di calmarti.”
Un cameriere dalla faccia livida e il colletto della camicia stropicciato si avvicinò con un vassoio pieno di tazze fumanti e biscottini da tè. Colin spostò immediatamente l’attenzione su di lui, guardingo quanto un animale.
Il poveruomo si fermò, indeciso, fuori portata. Forse temeva una mala risposta - probabilmente non la prima della giornata. Nathan agitò un braccio, facendogli segno di posare tutto sul tavolino lì accanto, e guai se si fosse allontanato senza lasciare quello sgravo di coscienza alberghiera.
“Cioccolata calda, offre la casa.” Il cameriere spostò leggermente la grossa candela che avevano loro fornito un’ora prima e posò due tazze e altrettanti piattini colmi di biscotti. Uno schiamazzo più alto nelle vicinanze gli fece tagliar la corda in fretta.
La cioccolata riportò nelle sue vicinanze, accettò persino di farsi abbracciare da dietro e stendersi sui cuscini.
Non smise, tuttavia, di guardare male chiunque gli capitasse a tiro. “Secondo te, chi di loro è un assassino?”
“Falla finita, non c’è nessun assassino.” Nathan gli ficcò un biscotto in bocca. “Staremo bene.”
Colin non demorse. “Guarda quello lì, guarda.” Sputacchiò briciole e sollevò per niente discretamente un dito.
Stava indicando un uomo alto e barbuto, con le braccia incrociate su un orribile maglione quadrettato.
“C’è chiaramente dell’istinto omicida nei suoi occhi.”
Considerando che la donna di fronte a lui, sperava fosse la sua compagna, stava cercando di appendere delle piccole palline di Natale alla sua barba, Nathan non se la sentiva di giudicarlo.
Lasciò perdere la cioccolata calda e mise piuttosto a scaldare le mani sotto la felpa di Colin. Con il viso appoggiato alla sua spalla, chiuse gli occhi.
“E la signora con la pelliccia? Quella è sicuramente in grado di uccidere. Lo vedo come continua a guardare la sua borsa, chissà cosa ci nasconde dentro.” Sgranocchio di biscotti. “Se devo puntare su qualcuno, però, scelgo l’adolescente laggiù con l’acconciatura da emo.” Sorso di cioccolata. “Sobbalza ogni volta che passa vicino ad una candela, è chiaro che muore dalla voglia di appiccare fuoco a tutto. Non pensi anche tu? Nath? Ehi, mi stai ascoltando?”
“Mh-mh.”
“Nathan!”
“Staremo bene.” Ripeté. “Puoi rilassarti per piacere? Prova a dormire un po’.”
In realtà, lui per primo non aveva molto sonno. Colin però era così comodo, quando se ne stava immobile. Sentiva l’odore dello shampoo ai frutti di bosco tra i suoi capelli, unito a quello della cioccolata e della pastafrolla. Gli metteva una certa acquolina in bocca.
“Sì, come no.” Colin leccò il bordo della tazza, prima di posarla e occhieggiare la sua. “Di sicuro questa notte non chiuderò occhio.”
Gli era rimasta una goccia di cioccolata sull’angolo della bocca.
Nathan gli fece piegare la testa per poterla leccare via. Ora che glielo faceva notare, non chiudere occhio era davvero il piano originale per quella notte, prima che piombassero nel diciassettesimo secolo.
Seguì quella traccia gustosa tra le labbra di Colin. Aveva un sapore inebriante. Con la mano che ancora gli teneva sulla nuca prese a giocare con i ciuffi più corti, massaggiando e tirando come sapeva gli piacesse. Lo sentì rilassarsi addosso a lui.
Poi, sfortunatamente, tornò a essere un tronco.
“No, che fai? Dobbiamo rimanere vigili.” Colin cercò di tenere le labbra fuori portata. Peccato che così scoprì una distesa di collo tutta per Nathan.
“Nathan?”
Non gli rispose, troppo impegnato a vezzeggiare la pelle sotto l’orecchio.
“Nath, ti prego, siamo… siamo in pubblico.”
“Torniamo in camera, quindi?”
Colin li aveva fatti scendere in salotto con l’argomentazione “se rimaniamo soli in stanza siamo bersagli più appetibili”.
Dato che il suo amore era tornato a fissare gli ospiti con sguardo corrucciato, Nathan spostò la mano che ancora gli teneva sotto la felpa sul cavallo dei pantaloni. Ottenne uno squittio e un “va bene!” esasperato.
“Purché chiudiamo a chiave la porta. E la finestra. E… ci portiamo dietro la tua cioccolata.”
Nathan sorrise. “Tutto quello che vuoi, amore.”