COWT12

Mar. 15th, 2022 10:46 pm
[personal profile] nemi23
Settimana: 4
Missione:
 M2
Prompt:
 Errare humanum est, perseverare autem diabolicum
Titolo:
 Incubi ed errori
Fandom: Originale
Rating: T
Warning: /
Note: /

Ailo spalanca gli occhi nel buio della sua camera e sa di essere sveglio e terrorizzato. Combatte per ogni respiro, ansima cercando di sbrogliare le coperte che lo avvolgono. Non sente niente all’infuori del battito furioso del suo cuore che rimbomba nelle orecchie, nel petto, nella testa. Davanti agli occhi ha ancora le ombre che lo sbranano nei suoi incubi.
Delle mani forti lo afferrano per le spalle e lo fanno quasi schizzare fuori dalla pelle. Combatte contro il corpo che lo schiaccia, finché non realizza di conoscere quelle forme.
<Calmati.> Sussurra il Viandante, ancora miracolosamente al suo fianco invece che per la sua strada. <Non c’è niente di cui aver paura qui. Calmati.>
<Ho sbagliato. Ho sbagliato a fidarmi.> Ailo parla più a sé stesso che a lui. Le ombre assumono contorni definiti e volti precisi. <Non mi devo fidare. Ci casco sempre, perché ci casco sempre?>
<Di cosa parli, mio tesoro?>
Ailo fa una cosa che non avrebbe mai creduto possibile: si toglie l’uomo di dosso, allontanandosi da lui sul letto. Le membra investite dall’aria fresca si ricoprono di pelle d’oca in un istante ed è come se gli avessero gettato un secchio d’acqua gelida in faccia. I pensieri si schiariscono, dolorosamente. Torna nel nido che ha lasciato.
Il Viandante lo conforta con baci e carezze finché il cuore non minaccia più di sfondargli la cassa toracica. Asciuga il sudore freddo con le lenzuola consumate, gli sfrega le braccia per scaldarlo. Intreccia le dita con le sue per farlo smettere di martoriarsi le labbra.
Molto più calmo, Ailo sospira e si arrende al fatto che non chiuderà occhio per il resto della notte. 
<Ricordi il processo a quel mercante di Meknes? Te ne ho parlato fuori dal tribunale l’altro giorno. A quanto pare il mio inconscio si diverte a mettermi al suo posto, che stupido.> Minimizza, e dentro trema.
Meknes. Il mercante di spezie. Zafferano fine come polvere d’oro. Non si era fidato di lui, ma dei suoi rivali sì. Aveva creduto di essere uno spettatore intoccabile, il terzo giocatore che burla i due litiganti. Si era sentito sicuro. Per poco non lo avevano rovinato.
<Non succederà mai.> La calma sicurezza nel tono del Viandante lo rassicura un po’, sebbene non abbia alcun fondamento solido.
Ci scherza su, cacciando a forza i suoi timori nel fondo di una risata. <Ci sarai tu a impedirlo?> Magari un giorno si ritroverà a scappare con un Viandante, per evitare la forca.
<Fidati di me.>
Fidati di me. Non dovrebbe essere una lezione così difficile da imparare. 
Non fidarti di tuo padre, non fidarti dei tuoi simili, non fidarti di chi ti chiede aiuto, non fidarti di chi te lo offre. Non fidarti delle vie sicure, dei vicoli bui, della risposta più ovvia. Non fidarti di nessuno e nessuno ti deluderà.
Non fidarti di un Viandante. Ailo sa che sta sbagliando.
<Un giorno mi ucciderai.> Gli confida e non c’è possibilità di errore o appello. Ciò che è immutabile va accettato, ciò che si può cambiare affrontato. <Ma quegli idioti lì fuori? No, non valgono la metà di me.> E a loro non avrebbe concesso più niente.
 

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