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Settimana: 4
Missione: M1
Prompt: Interruzione
Titolo: Interruzioni indesiderate
Fandom: Originale
Rating: E
Warning: /
Note: Spin-off di "Il rumore della felicità"
Missione: M1
Prompt: Interruzione
Titolo: Interruzioni indesiderate
Fandom: Originale
Rating: E
Warning: /
Note: Spin-off di "Il rumore della felicità"
Oliver strinse le coperte nei pugni. L’immagine mentale della relazione di istologia che lo aspettava sulla scrivania scomparve sotto un’ondata di piacere. Mugolò.
<Questo! Questo mi piace, questo…> Erik spinse di nuovo con le dita sul suo perineo, forte e deciso, mentre prendeva in bocca il membro. Mugolò di nuovo.
Adorava il modo in cui Erik affrontava la sua… “pigrizia sessuale”, come aveva deciso scherzosamente di chiamarla. Oliver aveva temuto che si stancasse della sua poca reattività, come Trevor. Di dover sempre impegnarsi il doppio per ottenere la metà dei risultati.
Erik invece l’affrontava come una sfida, ogni volta: non era soddisfatto finché Oliver non veniva soddisfatto, e più l’ostacolo sembrava insormontabile, più lui ci si incaponiva.
<Come fai a non stancarti mai?> Gli chiese, in un momento di pura confusione. Sapeva che le sue inibizioni erano lì da qualche parte, ma non le vedeva più.
Erik salì con la bocca fino al suo orecchio, spalmandosi sopra di lui. Ridacchiò. <Ho una buona resistenza.>
<No, non era quello che intendevo.> Oliver fu distratto da un bacio vorace, prima di riprendere a parlare. <Come fai a…> A non darmi del frigido, piantandomi in asso? <... a non stancarti di darmi piacere?>
<Oh, Olly.> Erik premette di nuovo con le dita. <Non ci si può stancare di una cosa del genere.>
Temevo mi si sarebbe strappato qualche muscolo, tanto avevo le cosce tirate. Distrarsi a quel punto era impossibile, Erik era spietato. Aveva trovato un interruttore magico e aveva tutta l’intenzione di giocarci finché la lampadina non sarebbe esplosa.
Fu terribile quando tutto andò a rotoli e non per colpa sua.
Qualcuno bussò alla porta. Oliver spalancò gli occhi come se gli avessero gettato una secchiata d’acqua gelida addosso. La sua attenzione si focalizzò subito su quello stimolo entrato a forza nella sua bolla di appagamento. Si specchiò nello sguardo di Erik. Aveva sentito anche lui e sembrava indeciso se continuare quello che stava facendo o no.
La voce di sua madre lo chiamò.
<Porca puttana.> Gli veniva da piangere. Stava andando tutto bene, una volta tanto. C’era vicino.
Sua madre lo chiamò ancora.
<Cosa c’è? Stiamo studiando!> Urlò all’indirizzo della porta.
Erik prese a lasciargli baci languidi sulla mandibola e colpì di nuovo il perineo, ma fu più fastidio che altro quella volta.
<Sono le sei! Non avevi detto che andavi tu a far la spesa? Devo cucinare, sai?>
Sospirò. Sì, l’aveva detto, prima che Erik trasformasse quell’innocente pomeriggio in una sessione di sesso stratosferico. Ora, poteva mandare sua madre e la cena al diavolo? E a che pro? Sentiva già di starsi ammosciando, l’atmosfera stracciata. Da un angolino della sua testa, la lista della spesa alzò timidamente la mano.
Erik sospirò. Se ne era accorto.
Oliver trattenne un ringhiò di pura frustrazione e non gli permise di sollevarsi da lui.
<Cinque minuti, ma’!> Gridò. <E arriviamo!> Poi si rivolse a Erik, sottovoce. <Vienimi addosso.>
<Ma…> La protesta di Erik morì sul nascere. Sapevano entrambi che in cinque minuti Oliver non avrebbe concluso, neanche con tutto l’impegno del mondo. Ciò non significava che Erik sarebbe dovuto andare in bianco per solidarietà.
<Avanti.> Lo strinse più forte. <Sfogati come vuoi.> Alzò il bacino per invogliarlo.
Erik protestò un po’, ma alla fine cedette, pronunciando quel suo <Olly> con tutto l’amore del mondo.