27/10
Chiesa del Rame di Ottima Qualità
LISTA VIOLA
9 – Occhiaie
Il male che posso sopportare
«Cielo, che occhiaie che ha! Povera creatura!»
Il viso di Jun è un mosaico di sofferenza e pericolo. La pelle, dove non è giallo-violacea per i lividi o spaccata a causa dei tagli, è tirata per la stanchezza e la disidratazione. Gli occhi sono pesti, ma visibilmente felini, con le pupille verticali da predatore. C’è l’impronta di una benda legata troppo stretta sopra di essi, e quella di una cinghia a metà fronte che deve essere stata usata per immobilizzargli la testa. Il naso è rotto e tumefatto. Ci sono chiazze di pelle irritata dove gli sono stati strappati i capelli e intorno alle corna tagliate malamente.
Ma, ovviamente, sua madre nota per primo il dettaglio più insignificante.
Vaniard sospira, stanco ancor prima di iniziare quella conversazione. «Non credo dorma bene da mesi. Non credo neanche si ricordi cosa significa.»
«C’è questa pozioncina che il cerusico mi ha-»
«Non lo drogherò, madre. Mi sento già in colpa a costringerlo a bere il tonico che gli ha preparato Luthor. Il Cielo solo sa con cosa lo ingozzasse il Profeta Pazzo.»
Sua madre sventola l’aria tra loro con il ventaglio in piume, scacciando gli argomenti sgraditi come zanzare. «Polvere di camomilla negli occhi e un massaggio ai piedi»
«Mh?»
«Quando ero in attesa di te e tutto mi nauseava» che infelice scelta di parole «queste erano le uniche cose che mi facevano dormire la notte.»
Vaniard dubita che la chimera si farà spruzzare della polvere negli occhi. E, per quanto riguarda il massaggio, ha visto le piante dei suoi piedi durante il bagno: una ragnatela di sfregi di tizzone rovente e scudisciate, atti a rendere la fuga del tutto impraticabile. Con un trattamento così, non pensa proprio che Jun si sentirà a suo agio a farsi toccare.
Ma questo a sua madre non può dirlo. Non alla donna che ha posato gli occhi sulla prova di mesi di torture e la cui mente ha coperto tutto sotto un velo protettivo, reputando sopportabile solo le occhiaie.