HUECTOBER

Oct. 31st, 2024 01:46 pm
[personal profile] nemi23
 

31/10
Chiesa del Rame di Ottima Qualità
LISTA VIOLA
Prompt libero 

Spiccare il volo

Da che ha memoria, Ailo ha sempre trovato arrampicarsi e generalmente i posti alti rilassanti. Sa bene che è più comune il contrario. Al resto dei suoi conoscenti non piace dover salire sulla scala traballante per prendere le ceste dai piani più alti, o scalare la libreria in cerca della pergamena più vecchia e ammuffita di tutte, o passare troppo vicino al bordo del ponte all’ingresso della città. La manutenzione dei mulini a vento è considerato un lavoro di medio rischio, quella delle vetrate della Cattedrale ad alto. E non ha importanza che metà dei paesani abbia un aliante, perché c’è una grande differenza tra lo stare sul tetto di un edificio con l’invenzione più geniale mai concepita sulle spalle, pronta a portarti a volteggiare tra le nuvole, e lo starci senza, con la consapevolezza che un passo sbagliato ti farà diventare una frittella sanguinolenta sulla pubblica piazza.

Ecco, Ailo non ha queste preoccupazioni. Il vuoto sotto i piedi non gli fa stringere lo stomaco. Saltellare tra i tetti di Mondstadt come un gatto per evitare il traffico di mezzodì in strada gli sembra la soluzione più semplice e pratica. Il mondo che si spiega attorno a te, tutto attorno a te, sopra e sotto e da ogni lato, gira e tu sei l’unico punto fermo, è una delle sue sensazioni preferite. In alto, l’aria è più pulita, il sole più caldo. È c’è, spesso e volentieri, solitudine e silenzio, tranquillità – un tesoro prezioso, quando sei il quinto di sette fratelli e vivi in una locanda a gestione familiare.

Non è uno sciocco. Solo perché adora stare in alto, non vuol dire che corra rischi inutili. Non si è mai avvicinato ad un precipizio senza il piede saldo, né ha mai usato l’aliante nelle situazioni pericolose segnalate dal Manuale di Volo.

Beh…fino ad ora.

In sua difesa, ha sempre pensato che prima o poi avrebbe ricevuto una Vision di Anemo. Così come ha sempre pensato che prima o poi avrebbe avuto un aliante. È semplicemente nelle sue corde – il vento, la libertà, l’altezza, le illimitate possibilità, il bisogno di stare lassù.

Ha perso il conto di quante volte si è arrampicato fin sopra la testa di Barbatos, per passare qualche ora in serenità con gli uccellini e i venti, raccontando all’Archon dormiente dei suoi pensieri e delle speranze per il futuro. La sua voglia di viaggiare. I soldi che sta risparmiando per comprare una Fotokamera, così da immortalare tutti i panorami di Mondstadt. E il desiderio di avere una Vision. La sua Vision, ovviamente. Libertà, vento, volare, ecc… ecc… Certo che avrebbe avuto una Vision di Anemo.

Peccato che l’Archon non l’abbia mai accontentato. Ultimamente, ogni arrampicata sulla sua testa ha avuto un retrogusto amaro. Ailo non vuole avercela con Barbatos, ma non capisce ed è stanco di aspettare.

Ha avuto l’illuminazione in una delle conversazioni unidirezionali con la statua: Ailo è bravo in quello che fa, ma quello che fa è sicuro. Non si è mai spinto oltre le proprie certezze, non ha davvero mai forzato i propri limiti, almeno non da quando a cinque anni ha imparato a scalare una parete di mattoni. Forse l’Archon vuole vedere se è disposto a rischiare.

Realizzare che la risposta è sì, è pronto a rischiare per una Vision, è stata la prima cosa che lo ha destabilizzarlo da anni. Gli ha messo addosso, però, anche una grande determinazione. Eccolo, il suo obbiettivo; doveva solo escogitare un piano per raggiungerlo. E lo ha fatto.

Per la prima volta nella sua vita, Ailo è sull’orlo di un precipizio con più dubbi che certezze. E non un precipizio qualunque: il Promontorio Acchiappastelle sarebbe stato gratificante da scalare come sempre, se non fosse stato per la missione che lo attende.

Questa volta il peso dell’aliante sulle spalle non è rassicurante, perché c’è il serio e voluto rischio che non reggerà fino all’isola misteriosa su cui pochi hanno messo piede. Ailo non è certo di avere la resistenza per sopportare quel volo, non ancora. Quindi è perfetto.

Solo che i piedi non vogliono staccarsi dal suolo per fare quell’ultimo passo, non importa cosa comandi la testa. Anche la testa, in realtà, non è molto convinta di voler fare quel salto.

Deve darsi una bella spinta. Esitare all’ultimo potrebbe fargli perdere preziosi metri di slancio. Basta con le esitazioni, deve pensare alla Vision, lo fa per la Vision.

Un, due, tre… per la Vision!

Nonostante tutto, il suo corpo non ce la fa a non trattenersi un poco e si limita a un timido salto e a una stretta di stomaco pazzesca che gli riempie la testa di “Girati! Afferra la roccia! Cadrai e morirai! Afferra la roccia!”. Dura appena un secondo. La corrente che risale il promontorio dal mare lo strappa alle sue paure e lo porta in alto con una forza che è tutta archonesca.

Ailo urla deliziato. È nel suo elemento ora, così familiare come respirare. Riesce perfino a credere di potercela fare. Sì, ce la farà, Barbatos soffierà sulle ali del suo aliante e insieme arriveranno all’isola…

C’è un’isola, l’ha scorta un milione di volte dal promontorio durante le albe terse. Sa che c’è. C’è anche una coltre di nebbia, però, ora, che copre la sua visuale.

Strizza gli occhi. No, non nebbia, quelle sono proprio nuvole, scure nuvole dispotiche. Da dove diamine sono spuntate? Non c’erano quando ha guardato prima di buttarsi, venti secondi fa!

Il panico lo assale. Non può volare dentro le nuvole alla cieca, non in mare aperto, rischierebbe di allungare troppo la strada. Se sono nuvole di tempesta, poi… l’acqua appesantirà l’aliante, dimezzerà il tempo massimo di volo. Senza contare la visibilità ulteriormente diminuita e il pericolo di venire colpiti dai fulmini.

No!

Con una piroetta furiosa, non gli resta che fare retromarcia e planare dolcemente – dolcemente ma furioso – verso la sottile striscia di sabbia sotto al promontorio. Quello non è più un rischio accettabile, è una grande croce sulla sua missione. È una pernacchia divina verso le sue misere forze, è… è qualcosa che l’Archon sta cercando di dirgli? Barbatos non vuole che raggiunga l’isola misteriosa? Ma perché? Si era preso il rischio, per una volta!

Un minuto di lamentele mentali dopo, Ailo poggia i piedi sulla spiaggia in una corsetta affannata e può prendere a lamentarsi a voce alta.

«Che cosa vuoi da me?» Grida, lanciando l’aliante da un lato e abbandonandolo a sé stesso, «non vuoi proprio darmi la tua Vision? Perché?»

Calcia la sabbia, una, due, tre volte e alla quarta becca anche un sasso. Urla al cielo ingrigito tutta la sua frustrazione. «Non me la merito forse? Ma ho saltato! Ho rischiato! Ho-»

Un – letterale – fulmine a – quasi – ciel sereno squarcia l’aria a non più di due metri dalla sua figura gesticolante, con un “Fwoosh” da pelle d’oca istantanea. La sabbia esplode nel punto dove tocca terra, venendo scaraventata in tutte le direzioni e per poco Ailo non fa la stessa fine, limitandosi invece a saltare per lo spavento.

Tra il botto, il battito impazzito del suo cuore nelle orecchie e il respiro affannoso, il suo mondo si riduce a una bolla di rumori ovattati per mezzo minuto, dove l’istinto di scappare e quello di rimanere immobile, fermo, se-non-ti-muovi-non-esisti combattono strenuamente. Appena ritorna su Teyvat, l’occhio gli cade sul punto colpito dal fulmine.

Tra il particolato annerito e le micro-schegge di vetro, grande quanto un suo pugno, poggia un inconfondibile oggetto: una Vision.

Viola.

Ailo pensa ad un gioco di luce e si strofina gli occhi, ma no, anche avvicinandosi il colore resta vivido e sempre lo stesso.

Viola.

Una Vision di Electro.

«Ma che…?» Alza lo sguardo al cielo, ormai striato di venature nebbiose. «È uno scherzo?»

Un dubbio lo pervade da capo a piedi, accompagnato da un brivido. «Con… con chi sto parlando?»

Il cielo tuona. Barbatos non tuona, poco ma sicuro.

Ailo non ha neanche idea di chi sia l’Archon di Electro, ma questo non lo ferma di certo dal prendere in mano la sua Vision. La sente formicolare sulle dita di pura elettricità statica, vibra come un cucciolo quando il suo padrone torna a casa e lo accarezza tra le orecchie. È il pizzicore di quando scopre un punto panoramico nuovo o uno scorcio sulle mura che non ha mai percorso, o quando il fabbro gli mostra una miglioria per il suo aliante che lo farà andare più veloce, più in alto, con meno sforzo.

È l’eccitazione per una prova superata, con il rumore di fondo del rischio sempre presente e mai da sottovalutare.

È… inaspettato. Dovrà fare un sacco di cambiamenti nel suo armadio. È fuori dalla sua zona di comfort. È elettrizzante. Non è ciò che è sempre stato, è qualcosa in più.




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