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Settimana: 6
Missione: M3
Prompt: 35. battaglia
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /
Il pacco smarrito
Capitolo 1
Sia maledetta la Spr Spedizioni e ogni suo corriere. Sia maledetto, soprattutto, il suo servizio di Assistenza Clienti, gestito evidentemente da un babbuino troppo stupido per capire le sue parole. E sì che mi sto sforzando di scandire bene parola per parola. Spero che la signora “Sono Lara, come posso aiutarla?” si senta offesa dal mio parlarle come avesse cinque anni, perché è proprio quello l'obiettivo.
- Signor Santini, qui mi risulta che il pacco sia stato consegnato un’ora fa. –
- E io le ripeto che non è arrivato nessun pacco! Ne un’ora fa, ne prima, ne dopo! Sono rimasto tutta la mattina in casa e non ho sentito suonare il campanello nemmeno una volta. –
- È sicuro di non essere proprio uscito? –
La tentazione di risponderle male è davvero tanta. Mastico un insulto tra i denti per non urlarlo direttamente nell’altoparlante del telefono.
- Sì, sono sicuro. Sicurissimo. –
Programmo bene i miei impegni e quando sono in arrivo degli ordini, faccio in modo di avere la mattinata libera o di lavorare da casa. Ci sto attento, proprio per evitare queste situazioni.
- E il citofono funziona correttamente? –
– Quando mi hanno consegnato il pranzo, un quarto d’ora fa, suonava che era una meraviglia. –
- Mi sembra molto strano, signor Santini. –
Trattengo un altro insulto. Spero che non stia insinuando che mi sto inventando tutto, o perderà l’udito da un orecchio.
- La prego di attendere qualche minuto, contatterò il corriere responsabile della sua consegna. Mi conferma ancora che il pacco non è stato lasciato fuori dalla porta? Magari non ha sentito il citofono e il corriere lo ha… -
- No! Non c’è nessun pacco fuori dalla mia porta, non c’è! Ne davanti al portone d’ingresso, ne sulle scale! Il pacco non mi è arrivato!
- …Attenda, prego. –
Un cinguettio troppo acuto, vagamente natalizio, sostituisce la voce dell’addetta all’Assistenza Clienti più inetta del mondo. Sono in momenti come questo che mi chiedo perché mai, invece di un motivo rilassante, le canzoni di attesa telefonica sembrano composte apposta per farti saltare i nervi. Allontano il cellulare dall’orecchio, per non rischiare di frantumarlo contro un muro.
Se penso a quanto mi è costata la nuova macchina per i waffles con piastre scambiabili, ora dispera chissà dove nella giungla del servizio postale… Questa è la prima e l’ultima volta che mi affido alla Spr Spedizioni. Piuttosto la prossima volta vado a ritirare il pacco a mano.
Dopo altri due minuti, l’irritante suoneria d’attesa ancora risuona dalle casse. Piuttosto che rimane lì in piedi a tamburellare con il piede sul pavimento, decido di andare a buttare nei cassoni fuori ciò che resta del mio pranzo, prima che la puzza di olio fritto passi dai cartoni all’aria della cucina. Ho già abbastanza seccature per oggi.
Fuori dall’appartamento, il pianerottolo è tristemente spoglio come quindici minuti prima, nessun pacco all’orizzonte – sorpresa, sorpresa! Mando a quel paese la voce registrata del telefono e barcollo giù per le scale. Sfioro il disastro quando, tenendo aperto lo sportello del bidone con una mano e usando l’altra per gettarci i rifiuti, il cellulare per poco non mi scivola sulla spalla e fa un tuffo nell’immondizia. La vera tragedia, però, avviene due secondi dopo, quando la chiamata si interrompe improvvisamente, senza che io abbia premuto tasti o fatto alcunché.
Porto lo schermo davanti agli occhi, a bocca aperta. Il riassunto della telefonata conclusa lampeggia in azzurrino con la violenza di uno schiaffo. Hanno riattaccato dall’altra parte.
- Ma porc…! –
Mi mordo la lingua giusto in tempo, per non scandalizzare le amabili vecchiette che prendono il caffè sui tavoli del bar qui di fianco. Hanno già smesso di parlare tra di loro per osservare il povero diavolo in piedi davanti al portone di casa, con il cellulare in mano e istinti violenti che danzano tra i capelli.
Mi giro nella loro direzione, mi sforzo di sorridere e rientro nel palazzo prima che possano allarmarsi troppo e chiamare le forze dell’ordine – mi sorprende che la polizia vada ancora in quel bar, visto quante volte gli agenti sono stati importunati da vecchine apprensive e annoiate.
Sto già cercando il numero nell’elenco delle chiamate, le dita che lasciano un alone pixelato sullo schermo tanta la forza che ci metto nel premere i tasti, quando sono costretto a fermarmi a metà rampa di scale.
C’è un pacco, sul tappetino davanti all’ingresso.
Alzo lo sguardo sul portone appena oltrepassato. Me lo ha consegnato il corriere invisibile? Mi sarò allontanato… due minuti, a dir tanto; i bidoni della spazzatura sono quasi a tiro di schioppo.
Saltello sugli ultimi gradini e lo prendo in mano. C’è il mio nome lì sopra, quello è proprio il mio pacco. C’è persino un foglio in cui mi si informa che hanno trovato il portone aperto ma nessuno ha risposto al campanello.
La Spr Spedizioni mi sentirà, eccome se mi sentirà. Lara deve solo sperare che a rispondermi non sia di nuovo lei! Non so neanche da che parte cominciare a lamentarmi.
Traffico prima con le chiavi e poi di nuovo con il telefono, pacco sottobraccio, mentre rientro in casa. Il divano mi accoglie fiero di me.
Nelle orecchie mi risuona il tuh-tuh dell’inoltro chiamata, quando mi accorgo del logo stampato sul cartone del pacco. Un ellisse che si interseca con un cerchio, che si interseca con un altro ellisse. Non ricordo quale sia il marchio del produttore della piastra per gli waffles, ma sono abbastanza sicuro che la Brown non usi quello.
Ricontrollo il destinatario. È giusto. Cerco il mittente sull’etichetta.
Chocolate&Cherry
Sede principale via Marotti 98
XXXXXX - XXX
Mai sentito nominare.