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Missione: M2
Prompt: Il talismano
Titolo: Magia oscura e test di algebra
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: /
Il talismano della cuspide, grande catalizzatore di magia oscura, oggetto proibito, frutto dell’ira del demonio, sembrava fallocco. Lungi da Andrea voler mettere in dubbio i poteri arcani a cui la sua amica era tanto abituata e di cui faceva uso e abuso, ma quell’affarino lì non era altro che un cerchio di legno grande quanto un palmo, a cui qualcuno aveva attaccato una catenella e cinque pietre d’ambra rossa. Roba che potevi trovare al mercatino delle pulci, o in un gioco fai-da-te per bambine dagli otto ai dodici anni.
Bea ci girava intorno e lo maneggiava come se potesse esploderle tra le mani. Glielo passò con la reverenza di un artificiere.
<Tienilo un momento, mentre finisco il sigillo a terra.>
Il sigillo in questione aveva un’aria ben più mistica, sebbene tracciato con i gessetti colorati. Era tutto cerchi concentrici e archi obliqui, largo metà corridoio e lungo il doppio. Avrebbero avuto da strofinare un bel po’, più tardi, per farlo sparire dal pavimento della scuola. Non dovevano assolutamente lasciare tracce, non tanto per la magia - sconosciuta ai più - quanto per la sospensione assicurata che si sarebbero beccati per essersi introdotti a scuola di notte.
Andrea afferrò il talismano. Continuava a sembrargli un falso, ma Bea si era tremendamente offesa quando lo aveva suggerito poco prima. Se non era un falso, di sicuro era fragile. Il dischetto di legno si sarebbe spezzato in due sotto una bel colpo ed era sicuro di riuscire a scalfire l’ambra con un’unghia, con un po’ d’impegno.
<Fatto.> Bea si spazzolò le mani l’una con l’altra. <Dammi qua.>
Posizionò il talismano al centro di un cerchio. Andrea gli passò un foglio bianco e una penna e anche quelli presero posizione. Infine, Bea andò a spalancare la porta dell’ufficio dei professori, di fronte al loro sigillo. Sibilò una parola che Andrea non afferrò e subito le linee sul pavimento si animarono di luce. Il talismano vibrò di cattive intenzioni, o così si illuse lui, e la penna si sollevò a mezz’aria per cominciare a scrivere da sola sul foglio.
Cinque minuti più tardi, avevano in mano tutte le domande del test di algebra di lunedì, con tanto di risposte corrette.
Andrea lesse avido, e rilesse una seconda volta. <Sicura che siano quelle giuste?>
Il talismano aveva smesso di vibrare e sembrava sul punto di spaccarsi in due. Bea annuì, poi aggirò l’oggetto oscuro con più di un metro di scarto e corse nell’aula dei professori. Ne uscì subito con una stecca di bambù in mano, con cui prese a fare violentemente a pezzi il talismano.
Andrea non chiese, aveva smesso di chiedere mesi prima. Gli interessava molto di più il tesoro che teneva tra le mani.