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Missione: M2
Prompt: Speranza
Titolo: Briciole
Fandom: Originale
Rating: G
Warning: /
Note: Soulmate!AU --> Ciò che scrivi/disegni sulla tua pelle compare istantaneamente anche sulla pelle della tua anima gemella
<Chi ti ha dato il suo numero?> Max lo guardava con un sorriso marpione sulla faccia. Puntó con lo sguardo sul palmo della sua mano, dove nove cifre apparentemente scritte sbrigativamente con inchiostro blu spiccavano sulla pelle pallida, poi mosse le sopracciglia con allusione.
Connor sospirò. <Non è per me.>
Max non capì subito. La confusione vagò nei suoi occhi per qualche secondo, finché due neuroni là dietro non si scontrarono e lo sguardo gli si accese di comprensione.
<È la tua metà smemorata?>
Precisamente. E non era neanche la prima volta che accadeva quel giorno.
Max si inalberò d'un tratto oltraggiato. <Qualcuno ha dato il numero alla tua metà smemorata? E perché lui l'ha accettato?>
<Ma perché pensi sempre male tu? Chi ti dice che sia una conquista?> Spero proprio di no. <Magari è solo il numero dell'idraulico, e non aveva un foglio dove appuntarselo.>
L'alternativa era che la sua anima gemella fosse uno schianto rubacuori che attirava l'attenzione come api al miele, e non era pronto a scendere a patti con questa realtà.
<L'idraulico.> Ripeté Max, con l'espressione e il tono che lui avrebbe usato per dire "La pornostar".
Lo lasciò alle sue ridicole convinzioni, concentrandosi invece sui numeri apparsi sulla sua pelle. Come faceva spesso, portò le dita dell’altra mano ad accarezzarsi lì dove altre dita, altre mani erano passate. Poteva illudersi di toccarlo, poteva illudersi che lui, dall’altro capo di quella paradossale vicinanza, sentisse il tocco del suo affetto.
Quelle cifre non gli dicevano niente. Non erano indirizzi, né promemoria.
Aveva scoperto sulla propria pelle che la sua anima gemella andava all’università. A sociologia gli davano da fare molti lavori di gruppo e doveva appuntarsi consegne e compagni. Qualche volta passava a prendere un libro in biblioteca per un amico, ma non aveva ancora capito se la frequentava lui stesso.
Si dimenticava spesso di fare la spesa. Il latte, in particolare, veniva scritto molte volte, lettere storte e per lo più sbavate. La cura che metteva per scrivere “fragole”, invece, era adorabile. Fragole, si era appuntato mentalmente anche Connor.
Aveva scoperto la sua città da un indirizzo di una lavanderia a gettoni, quello di una sala da biliardo a orario continuato e il prezzo della benzina più economico della zona. Sperava di averci preso, o presto si sarebbe fatto un bel viaggio a vuoto.
La tentazione di cercare anche quel nuovo numero, magari per aggiungere un pezzo al puzzle di informazioni che aveva raccolto lo colse per un momento. Decise di no, alla fine.
A volte si sentiva un po’ uno stalker, a volte solo innamorato.
Max lo punzecchiò con una penna tirata fuori chissà dove. <Rispondigli. Chiedigli chi è questo idraulico.>
Riuscì perfino a dirlo con serietà.
Connor gli strappò la penna di mano, seccato. Tolse il tappo. Posizionò la mano così che l’amico non potesse sbirciare nel palmo.
La sua attenzione tornò a quei nove numeri, alla persona che li aveva scritti. Se la immaginava indaffarata, sempre di fretta, che cadeva dalle nuvole e metteva il turbo per stare al passo con la vita. Forse avrebbe letto la sua risposta subito, forse non se ne sarebbe accorto fino a sera. Non aveva importanza.
“Sei nei miei pensieri”, scrisse e valeva per tutta la giornata. “Spero di incontrarti presto”