nemi23 ([personal profile] nemi23) wrote2025-04-11 11:14 am

COWT14

 

Settimana: 6

Missione: M3

Prompt: Il trono vuoto

Titolo: Il trono vuoto

Fandom: Originale

Rating: sfw

Warning: /

Note: /


La Regina di Spade era morta e Ombra si sarebbe quasi aspettato che il suo trono andasse in pezzi con lei. 

Non aveva potuto assistere di persona alla rovina della grande condottiera, sfortunatamente, ma gli avevano detto che era stata epica. Una trappola magistrale, in cui era caduta con tutta l’armatura. Si era dovuto accontentare dei resoconti di Non-ti-scordar-di-me e dei racconti pomposi degli strilloni nelle piazze. 

Neanche Fey aveva potuto assistere, e quindi raccontargli dell’accaduto. Una piccola parte di lui, quella che ancora teneva alle persone, ne era felice: assistere alla morte di un genitore a cui si vuole bene non è una ferita che guarisce. Non che torturarsi perché non gli si è stato vicino nei suoi ultimi momenti sia meglio.

Il trono nella sala principale è ancora al suo posto, seppur vuoto. Lucido e affilato, con l’alto schienale argentato e la struttura in cristallo. Nessun cuscino, un sovrano non deve essere morbido e non deve esserlo neanche il suo trono, come alla piaceva ricordare. 

Ah, come se la durezza di un re si misurasse da quanti cuscini mettesse sotto il sedere. 

Ombra sorrise tra sé, avvicinandosi alla piattaforma sopraelevata. Quella mostruosità di seduta, algida e scomoda, tutta cristallo lucente e riflessi metallici, gli stava particolarmente antipatica. Non riusciva a decidere se preferisse vederla in frantumi in favore di un nuovo trono, o sedercisi sopra così com’era, lo spirito della Regina di Spade fatto sedia, per far rigirare nella tomba la vecchia strega.

“Vuoi provare a sedertici anche tu?”

Ombra girò la testa di scatto verso l’origine di quella voce. L’aveva riconosciuta. Anche non l’avesse fatto, le sue ombre non lo avevano avvertito del pericolo perché evidentemente non ce n’era nessuno. 

Fey era seduto a terra dietro l’ultima colonna della navata principale, nascosto nella sua ombra. Dalla posa, al timbro della voce, alle linee tirate del viso, tutto in lui urlava un’amarezza che stonava con il suo aspetto regale.

Gesticolò verso il trono vuoto. “Da stamattina almeno cinque alfieri lo hanno fatto. Mezzanotte ci è rimasto talmente tanto che ho pensato si fosse addormentato.”

Ombra si avvicinò abbastanza da ricatalogare i tratti del viso da stanchi a disperati. “Te ne stai nascosto sperando di cogliere in flagrante tutti i traditori?”

Fey sbuffò una risata triste. “Se la lealtà si misurasse solo su questo, le prigioni sarebbero traboccanti e io regnerei su una Sogno vuota.” Gesticolò di nuovo verso il trono, continuando però a dargli le spalle. “Dimmi il nome di una sola persona in questa città che non vorrebbe sedere lì sopra.”

Ombra allungò una mano per accarezzargli i ciuffi di capelli che gli scendevano sulla fronte, poi la pelle delle tempie e infine scese su una guancia.

“Lo sto guardando ora.” 

Fey allontanò la testa come se la sua mano scottasse. 

“Una volta incoronato ufficialmente, potrò finalmente realizzare i miei progetti,” disse, come probabilmente si ripeteva da quando era finito il periodo di lutto.

Ombra non concesse la grazia di illudersi ancora. “Hai già provato a sedertici?”

Non ottenne risposta, ma non ce ne fu bisogno.

Non aspettò che trovasse una scappatoia, lo afferrò per entrambe le mani e lo fece alzare. Lo accompagnò fino al trono, vincendo la sua reticenza con lievi carezze sul dorso delle mani e una presa che non ammetteva repliche. Per convincerlo a sedersi, dovette momentaneamente distrarlo con un bacio.

“Visto? Non è stato così difficile,” disse alla fine, osservando il suo pupillo.

Fey sedeva su quel trono come fosse fatto di aghi appuntiti e stonava con il suo stile quanto una farfalla su una ragnatela. Sembrava pronto a saltare giù in qualsiasi momento.

Ombra tornò ad accarezzargli il viso, più per impedire che scappasse via che per altro. “Sta tranquillo, ci procureremo qualche cuscino. Ti ci abituerai in fretta.”

Non sembrava proprio, ma per sua fortuna non avrebbe dovuto farlo.